Tre milioni di euro per la manutenzione straordinaria e il ripristino dei “laghetti”, piccoli invasi idrici multifunzionali che in tempi di siccità possono costituire una efficace risposta alle necessità dell’agricoltura. L’investimento è stato annunciato dall’assessore regionale Gianni Salvadori, che con l’assessore all’ambiente Anna Rita Bramerini ha preso parte oggi alla conferenza stampa del presidente Enrico Rossi. Nel 2006, ha ricordato un altro dei partecipanti all’incontro con la stampa, il professor Giampiero Maracchi, fu effettuato un censimento da cui risultò che il territorio toscano era dotato di 2462 piccoli invasi, la cui capacità complessiva era pari a quella del grande invaso di Bilancino.
Oggi questa risorsa in parte non utilizzabile per mancanza di manutenzione, viene ripresa in considerazione, nonostante gli ostacoli frapposti dalle autorità europee che considerano l’irrigazione consentita da questi piccoli invasi come foriera di eccedenze produttive. L’assessore Salvadori ha invece ribadito che l’irrigazione permessa dai laghetti potrà essere indispensabile per mettera al sicuro l’esistenza stessa delle colture toscane. Ad oggi infatti ammontano a circa 60 milioni di euro i danni all’agricoltura toscana causati dalla siccità.
“Danni – ha precisato Salvadori – che al momento riguardano principalmente seminativi e cereali, che potranno ridursi in caso di piogge. I problemi più grossi – ha proseguito- potrebbero invece riguardare la produzione di olio e il vivaismo, che da solo rappresenta il 30% del Pil agricolo regionale.” L’assessore Anna Rita Bramerini ha poi aggiunto che la Regione supporterà il piano di azione annunciato oggi con una verifica sugli strumenti anche legislativi più adatti. “Mi riferisco in particolare – ha detto – a una riedizione della legge 29 del 2007 sulle norme per l’emergenza idrica che, tra le altre cose, permetterà l’accelerazione di opere urgenti e utili per fronteggiare l’emergenza rendendo più certa, efficace e celere l’attuazione del piano.
Inoltre – ha aggiunto – sarà emanato un Regolamento regionale che ottimizza l’uso delle acque per fini diversi dall’idropotabile e disciplina le attività. Insieme alle Province valuteremo infine nuove misure di contenimento anche per le concessioni già rilasciate soprattutto in vista dell’estate, la stagione più critica ma anche quella in cui c’è maggiore richiesta di acqua”. La Regione Toscana ha raccolto il grido d’allarme lanciato dalla Cia Toscana rispetto al rischio siccità, che potrebbe determinare forti perdite produttive all’agricoltura regionale.
Nella conferenza stampa tenuta stamattina dalla Giunta della Regione Toscana, il presidente Enrico Rossi ha posto al centro della propria attenzione le possibili conseguenze negative della siccità sul comparto agricolo, mentre l’assessore Salvadori, appunto, ha annunciato l’investimento (di 3 milioni di euro). Positivo il giudizio della Cia Toscana sull’iniziativa della Regione Toscana, attenta ai problemi del settore agricolo e consapevole della necessità di un impegno collegiale sull’emergenza idrica: «L’intervento di oggi della Giunta Regionale – afferma il presidente Giordano Pascucci – risponde tempestivamente e con proposte concrete alle preoccupazioni del mondo agricolo, fatte proprie nei giorni scorsi dalla Cia Toscana.
Il presidente Rossi ha dimostrato piena consapevolezza dei rischi che incombono sulle produzioni agricole e zootecniche. Importante – prosegue Pascucci – l’immediato intervento proposto da Salvadori per ripristinare la capacità di raccolta idrica dei piccoli invasi, così come l’impegno dell’Assessore Bramerini ad accelerare la realizzazione di alcune opere strategiche e, nell’immediato, a disciplinare per tutti l’uso dell’acqua in caso di emergenza». L’acqua - ribadisce la Cia Toscana - è un fattore produttivo determinante per l’agricoltura, che occorre assicurare alle imprese chiedendo loro al tempo stesso il massimo sforzo per contenerne l’utilizzo evitando sprechi.
«Come Cia Toscana – conclude Pascucci – diamo la nostra piena disponibilità alle Istituzioni, per affrontare insieme l’emergenza attraverso una disciplina rigorosa che contenga i consumi idrici in tutti i campi, garantendo una equa distribuzione della risorsa».