Tra “Questi fantasmi” e “Sei personaggi in cerca d'autore” sembra collocarsi “Magnifica presenza” l'ultimo film di Ozpetek. La vicenda è quella di Pietro Ponte, un giovane che fa il pasticcere di notte e sogna di fare l'attore di giorno. Lasciata Catania per Roma, dopo aver vissuto per un breve periodo con una cugina, cerca e trova casa a Monteverde. E' una casa grande e antica, di cui Pietro è entusiasta, sino a quando non si accorge che questa è una casa abitata da misteriosi inquilini che appaiono e scompaiono turbandogli i sonni e facendolo sembrare un visionario.
I misteriosi inquilini sono in realtà fantasmi, ombre di attori di un altro tempo. Una compagnia di attori,che scopriamo essere morti nel 1943 , soffocati dalle esalazioni di una stufa in un rifugio segreto della casa ,dove si erano nascosti per sfuggire ai nazisti. Il film che inizia come una “ghost story” è in realtà una riflessione sull'arte e la vita, sulla verità e la finzione. Come in “The Others” i fantasmi non sanno di essere tali ,vivono nella grande casa e interrogano Pietro sull'andamento della guerra, sino a che grazie a Pietro prendono consapevolezza di essere delle ombre e che l'oggi è il 2012.
Delicatamente Ozpetek adopera diversi registri narrativi per costruire un'opera che, ricca di suggestioni letterarie e cinematografiche, affronta numerosi temi, dalla solitudine del protagonista , alla ricerca dell'identità, al rapporto tra vivi e morti , e offre numerosi spunti e chiavi di lettura. Ottimi gli attori con uno straordinario protagonista come Elio Germano, coadiuvato dai bravissimi “fantasmi”, Giuseppe Fiorello, Margherita Buy, Vittoria Puccini, Andrea Bosca, Cem Yilmaze e dalla “cugina” Paola Minaccioni.
Da segnalare il “cameo” di una straordinaria Anna Proclemer e un finale quasi felliniano, con i fantasmi che scoprono allegramente dal vagone del tram le immagini di una Roma notturna. ”Magnifica presenza” è una favola metropolitana che, nella scarsa fantasia del panorama cinematografico italiano, si impone per una certa eccentricità, anche se l'andamento del film, di per se lieve e scorrevole, è tratteggiato e talvolta interrotto con scenette divertenti ma, forse, non del tutto coerenti col procedere della storia.
Si resta un po' perplessi di fronte all'originalità di alcune scene, che si riesce con difficoltà a collocare nel senso dell'intero film, che resta comunque una prova di qualità nella originale cinematografia del regista italo-turco. Alessandro Lazzeri » Guarda il trailer...