A partire dal primo aprile, in Toscana cambieranno le tariffe delle mense universitarie. Il costo dei pasti, anziché fissato per tutti a 3 euro com'è stato finora, varierà da studente a studente, in base alla fascia di reddito Isee cui appartiene. E' quanto annuncia, in una nota, l'Azienda regionale per il diritto allo Studio. Le nuove tariffe sono tre: 2,80 euro per Isee non superiore a 36.000 euro; 3,00 euro per Isee superiore a 36.000 e fino a 75.000; 4,00 euro per Isee superiore a 75.000 euro.
La fascia di 4 euro si applicherà a tutti coloro che non presenteranno istanza di riduzione tariffaria. Il provvedimento, spiega una nota, teso a garantire una maggiore equità sociale nell'accesso alla ristorazione, è stato assunto dal Consiglio di amministrazione dell'Azienda per cercare di sostenere ancora di più gli studenti che provengono da famiglie con minore reddito, chiedendo una sorta di contributo di solidarietà in presenza di un reddito più alto e non alterando la corresponsione da parte delle fasce di reddito medie - le più ampie numericamente - rispetto a quanto avviene attualmente. Per ottenere la riduzione o continuare a pagare lo stesso prezzo gli studenti dovranno dunque compilare l'apposita domanda on line presente sul sito internet dell'Azienda.
Tutte le informazioni su come ricevere le riduzioni, sulla tipologia di utenti ammessi ai benefici, sull' accesso alle strutture di ristorazione e la domanda di richiesta riduzione sono presenti sul sito del diritto allo studio universitario. Come prevedibile scoppia la polemica. Questa la dichiarazione di Tommaso Villa,Consigliere Regionale del Pdl, che afferma: «Le nuove tariffe per le mense universitarie modulate con l’Isee? Una beffa per gli studenti, perché nessuno, quale che sia il suo reddito, avrà uno sconto reale mangiando un pasto concreto.
A meno che non si voglia riconoscere come sconto il taglio di 20 centesimi appena applicato per gli studenti con minor reddito sul pasto mensa base. Questa sì, che sarebbe una presa per i fondelli». Lo afferma il Consigliere regionale del Pdl Tommaso Villa (Commissione Cultura e Istruzione), che è anche coordinatore regionale della Giovane Italia Toscana. «Fino ad oggi – ricorda Villa – la mensa del Dsu forniva un pasto a 3 euro per ogni studente presso mense a gestione diretta o in appalto.
Adesso, con la fasciazione attuale, d’ora in avanti chi avrà un Isee sotto i 36.000 euro (cifra che comprende già troppe famiglie o casi non proprio in difficoltà) pagherà un pasto completo 2,80 euro, chi avrà un reddito fra i 36.000 e i 75.000 euro pagherà 3 euro come oggi e, infine, ai più abbienti con reddito Isee sopra i 75.000 euro verranno fatti pagare 4 euro a pasto, con un aumento di 1 euro». Secondo Villa, tutto ciò porta a un’evidenza: «Appare chiaro che il Dsu non sta facendo alcuna rivoluzione o sconto reale per gli studenti.
La verità è che si sta cercando disperatamente di fare cassa e far entrare liquidi rapidamente nelle casse Dsu senza aspettare troppo. Furbo, certo, ma anche vergognoso se gestito in questo modo surreale». Più volte il Pdl, e in particolare proprio Villa, ha affermato di condividere il principio delle fasce per il prezzo della mensa, a patto che costituisse una scelta radicale e forte, con tagli veri e non di facciata: «Per esempio – argomenta l’esponente del Pdl – a nostro avviso la soglia di 36.000 euro per gli studenti meno benestanti è troppo alta e andrebbe abbassata almeno a 20.000 euro.
Inoltre, il prezzo del pasto andrebbe ridotto proprio letteralmente, e portato almeno a 1,50 euro. Così si darebbe un segnale chiaro agli studenti in difficoltà economica. Dopo, allora sì, sarebbe stato giusto alzare subito la soglia del pasto mensa a 3,50 e poi casomai anche a 5 euro per chi veramente non ha problemi. Così, invece, non va. Altro che politiche di sinistra». Insomma, conclude Villa: «Viste le promesse e gli annunci ci aspettavamo scelte coraggiose, anche alla luce dei molti disagi che le mense e le loro strutture stanno creando, con chiusure improvvise e prolungate come accadde a Sant’Apollonia a Firenze.
Ci aspettavamo una fasciazione che venisse in aiuto degli studenti, non l’ennesima azione volta a rimpinguare le casse del Dsu. Comprendiamo le urgenze, perché abbiamo visto anche noi i bilanci. Tuttavia crediamo sia giunta l’ora, una volta ammessi gli errori in pubblico, di parlare chiaro alla popolazione studentesca. Crediamo che questo non sarà fatto, visto il silenzio che perdura nella comunicazione di queste scelte».