Il “sogno americano” e gli artisti

Realtà e immaginazione nell’arte contemporanea americana in mostra alla Strozzina

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 marzo 2012 19:52
Il “sogno americano” e gli artisti

Esiste ancora il sogno americano? Qual è il suo possibile futuro in un’epoca in cui la promessa di felicità e di prosperità economica sembra scontrarsi con una realtà che esclude fasce sempre più larghe della popolazione? La mostra “American dreamers” in corso alla Strozzina di Palazzo Strozzi tenta di rispondere a questi quesiti attraverso le opere di undici artisti contemporanei americani che utilizzano fantasia, immaginazione e sogno per costruire possibili mondi alternativi di fronte alla realtà sempre più complessa e difficile del presente.

Per alcuni la costruzione di mondi fantastici costituisce la propria personale critica alla società contemporanea; per altri ciò permette di creare soluzioni alternative in cui ritrovare significati e valori che sembrano ormai persi. Alcune opere condensano l’essenza del reale in sistemi miniaturizzati, altre si espandono nello spazio creando mondi alternativi con cui lo spettatore è chiamato a interagire, altre ancora si nutrono di figure oniriche e fantastiche o riflettono su temi simbolici come la casa o la famiglia o su immagini del mondo dei media, ancora oggi centrali nella costruzione del mito dell’American way of life. Gli artisti sono Laura Ball, Adrien Broom, Nick Cave, Will Cotton, Adam Cvijanovic, Richard Deon, Thomas Doyle, Mandy Greer, Kirsten Hassenfeld, Patrick Jacobs, Christy Rupp In qualche modo si avverte come questi artisti che appartengono, per così dire, alla generazione dei “ nati digitali” tentino di riappropriarsi della consistenza reale della materia .

Si tratta di manufatti, di opere hand made, dipinte, disegnate, assemblate. A cominciare dalla pittura acrilica di Adam Cvijanovic, che dipinge paesaggi incontaminati lungo l’Hudson; per trascorrere ai caramellati oli su lino di Will Cotton, che attinge immagini dalle pasticcerie rigurgitanti di torte glassate e a Thomas Doyle che costruisce mini paesaggi precari con un’unica casa che sta per disintegrarsi dentro una voragine. Altri paesaggi ci fa intravvedere Patrick Jacobs, attraverso 4 piccoli oblò, luoghi fantastici in 3D abitati non dall'uomo ma da miriadi di fiorellini e qualche fungo .

A proposito dell’aspetto artigianale, destano interesse i grandi prismi luminosi a forma di stella sospesa, di Kirsten Hassenfeld, e i sofisticati collage floreali di Christy Rupp, che rimandano ,forse,al movimento Arts and Craft contro la meccanizzazione. Sempre di Christy Rupp sono i falsi scheletri di uccelli estinti, composti con vere ossa di tacchini e galline, che vogliono alludere al mondo animale sfruttato. L’installazione di oggetti cuciti di Mandy Greer e gli abiti-scultura di Nick Cave hanno in comune un’ottima manualità e il gusto ornamentale esasperato .Si affidano,invece, alla grafica dai segni forti oppure dalle delicatezze acquerellate Richard Deon e Laura Ball, mentre Adrien Broom espone C-print con figure femminili fluttuanti che sembrano muoversi nel nulla. «La caratteristica che li accomuna tutti – ha spiegato Franziska Nori, direttrice della Strozzina – è che sono artisti che vivono profondamente il contemporaneo e nonostante ciò sentono tutti, nessuno escluso, il bisogno di tornare a lavorare in studio, in un'atmosfera più intima.

E' come se questa generazione stesse entrando in crisi con quel sogno americano che fino ad oggi aveva fatto la parte del leone». Alessandro Lazzeri

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