Le aziende che si sono interessate all’acquisto, dei veri colossi a livello europeo in materia di trasporti, dimostrano che i trasporti dell’area fiorentina sono ancora appetibili "nonostante anni di gestioni discutibili, politiche contrarie al Tpl e un’ infinità di altri problemi, economici e organizzativi". Si sono dimostrate interessate all’acquisto: i francesi di Ratp, gli anglo-tedeschi di Arriva, la Ati costituita da Busitalia (FS)-Cap Prato-Autoguidovie Milano, Gtt di Torino, Tper Spa di Bologna e la meno conosciuta Umbria Tpl. Secondo la Segreteria Aziendale FIT-CISL, "l’interesse di questi colossi dimostra che ci troviamo davanti ad un PASTICCIO ALL’ITALIANA, di quelli che hanno reso tristemente famosa la politica della Prima Repubblica, in quanto si decide di mettere all’asta un patrimonio storico della città di Firenze e una risorsa fondamentale sia per la mobilità che per l’occupazione fiorentina. Un patrimonio, costituito da Ataf e dallesue partecipate, che altri non vedono l’ora di aggiudicarsi e di poter gestire! D’altronde si sta parlando di una città come Firenze, famosa nel mondo per la sua cultura e la sua arte, con milioni di turisti che ogni anno la visitano.
Ci sorprende molto la posizione scelta dalla politica fiorentina, la quale ha deciso, secondo noi della FIT-CISL in maniera impopolare e sicuramente molto discutibile, di non risolvere direttamente i problemi del TPL (ad iniziare dalla velocità commerciale) ma di darli in gestione ad altri. Sperando addirittura che questi ultimi portino nuovi investimenti per risollevare l’azienda. Ma chi ha il dovere di risollevare l’azienda Ataf? Chi deve mettere il servizio pubblico in condizione di poter funzionare? Non certo il privato, il quale cercherà di ottenere solo dei profitti dal servizio e che probabilmente metterà in conto eventuali intoppi di viabilità ai Comuni dell’area fiorentina, rendendo la cessione praticamente inutile. Questa Segreteria Aziendale ritiene che questa cessione, così com’è stata decisa dalla proprietà di Ataf, sia un vero e proprio salto nel vuoto che rischia di avere dei pesantissimi risvolti sull’occupazione e sul servizio.
Affinché questo non avvenga, oltre a riprendere al più presto delle corrette relazioni industriali con una discussione aperta a tutto tondo sulla privatizzazione, la FIT-CISL ritiene altresì che, come assoluta priorità, siano confermati gli attuali livelli occupazionali dell’azienda e ci siano precise garanzie sulle future condizioni di lavoro. Nessuno deve sottovalutare questi fondamentali aspetti a cominciare dalla politica fiorentina, la quale non può continuare a lavarsene le mani".