Questa è un’occasione che nessun amante della buona musica dovrebbe lasciarsi sfuggire, più unica che rara: due leggende del dub e del reggae, il maestro Lee “Scratch” Perry (in quello che con buona probabilità sarà uno dei suoi ultimi tour internazionali) e l’allievo Mad Professor in un unico show, accompagnate dal vivo da una formidabile band, i Robotics! Dopo le loro prime collaborazioni discografiche protrattesi per tutti gli anni ’90 (con gli album “Mystic Warrior” e le serie “Voodoo” e “Lee Perry Meets the Mad Professor”), il primo live nel quale si esibiscono insieme è il Tibet Freedom Concert del 1997 per poi riproporre la combinazione dal vivo in uno storico tour americano nel 2000.
I due si sono ritrovati recentemente per preparare un nuovo tour in concomitanza delle rispettive ultime uscite discografiche: “Rise Again” e “Nu Sound and Version” per Perry e “The roots of Dub Step” per Mad Professor, con le quali si confermano artisti che dell’innovazione senza compromessi hanno fatto il proprio credo. E chissà che da questa nuova avventura non venga fuori un nuovo disco che potrebbe diventare l’ideale continuazione del loro ultimo album di studio insieme: “Techno Dub” del 2000. L’incontro tra colui che il dub l’ha inventato (assieme a King Tubby negli anni ’70) e il suo più credibile allievo viene celebrato in uno spettacolo innovativo in cui il genio di Lee Scratch Perry può esprimersi i suoi sermoni surreali, le canzoni indimenticabili, le melodie imprevedibili, accompagnato da alcuni dei migliori musicisti inglesi, riuniti nella Robotics Band, e “dubato” live dall’inconfondibile tocco di Mad Professor che dal suo magico mixer spedisce nell’iperspazio cosmico voci e suoni.
A 76 anni suonati (nasce come Rainford Hugh Perry il 28 Marzo 1936 ad Hannover, in Giamaica), Lee Perry continua a registrare dischi innovativi e rivoluzionari e ad esibirsi in tutto il mondo con memorabili performance live, confermandosi come un autentico mito della musica Giamaicana. Anche l’attore cult Benicio Del Toro ha recentemente voluto celebrare La rivista Rolling Stone l’ha recentemente classificato nei 100 artisti più importanti di tutti i tempi, e oggi è incalcolabile la quantità di releases prodotte nel corso di mezzo lustro in musica.
Raccontare la sua biografia equivale a descrivere l’intera storia della musica jamaicana, dagli anni ‘60 ad oggi, coprendo più di 40 anni di percorsi musicali, di collaborazioni con artisti storici del reggae e coprendo un vastissimo repertorio discografico con al seguito 6 etichette e tante altre registrazioni presso altri produttori (Coxsone Dodd e Joe Gibbs sopra tutti), fino a formare la propria label, la Upsetter records. E’ lui l’uomo che ha inventato stili, gruppi e sonorità che hanno fatto la storia: reggae, dub e ska non sarebbero come li conosciamo senza il suo fondamentale influsso.
Come leader degli Upsetters, come produttore degli Heptones, dei Congos, di Max Romeo, Junior Byles e più ancora di Bob Marley & The Wailers ha scritto pagine indimenticabili della musica. E’ stato proprio lui a dare il nome alla band di Marley, registrando con loro le prime hit come “Small Axe” e “Sun is shining” e fondamentali album come “Soul Rebels” (Trojan, 1970). Proprio insieme a Marley, Lee Perry è considerato l’artista più influente nella storia del Reggae, insignito di molti riconoscimenti internazionali, compreso un Grammy Award.
A lui sono stati dedicati molti brani musicali (su tutti va ricordato “Dr. Lee PhD” dei Beastie Boys in “Hello nasty”), vari documentari (fondamentali quelli di Ethan Higbee e Don Letts) e biografie (le più importanti sono quelle redatte da Gary Simons e David Katz). Dopo aver vissuto tra Giamaica, Stati Uniti e Inghilterra Perry ha deciso di stabilirsi definitivamente sulle montagne svizzere attorno a Zurigo. Da lì, chiudendo con l’alcol e gli abusi di varie sostanze, ha prodotto molte delle sue recenti uscite, abbracciando col solito piglio sperimentale le nuove sonorità elettroniche, soprattutto il dubstep, e ritrovando nuova energia creativa prima nella collaborazione con uno dei suoi più credibili eredi, il professore pazzo del dub.
La sua incontenibile energia creativa ha infatti trovato, di recente, un ultimo “sfogo”: la pittura. Nelle sue ultime esibizioni, compresa la sua più recente apparizione all’Auditorium Flog del 2009, oltre a cantare e suonare le percussioni, Perry si destreggia tra pennelli e bombolette spray per realizzare grandi dipinti, fortemente connessi alla sua musica e alla visione del mondo che emerge dai suoi testi, che poi vende per ricavare soldi da devolvere ad Amnesty International. Neil Joseph Stephen Fraser, in arte Mad Professor, appartiene ai musicisti dub di seconda generazione ed è il più accreditato discepolo di Lee Perry.
Produttore di quasi duecento album, vanta numerose collaborazioni con nomi appartenenti alla scena mondiale, tra cui gli inglesi Massive Attack con i quali ha realizzato uno dei più importanti remix album degli ultimi decenni, “No Protection”. Autentico pioniere in UK di quella forma musicale giamaicana che è il dub, ha fatto della sua etichetta Ariwa records un marchio di fama internazionale del reggae inglese, grazie all'inconfondibile suono creato dal professore matto nel suo mitico studio.
Nel suo dub-show Mad Professor utilizza un multitracce, un rack di effetti, ed un mixer equalizzando e mixando dal vivo i suoni della sua inseparabile band: i Robotics. Il suo album "Dub Me Crazy" è stato fondamentale nel traghettare il dub nell’era digitale quando, a metà degli anni '80 l’elettronica cominciava ad affacciarsi negli studi di registrazione. Negli anni '90, mentre tutti raccattavano i frutti delle sue pionieristiche ricerche, lui torna a trovare Lee Perry e con lui va alle radici storiche di quel suono con la serie di album “Black Liberation Dub”.
Ma la sua vocazione all’innovazione è indomabile e allora intuisce le potenzialità dei nuovi, velocissimi, ritmi elettronici della jungle (che sarebbe poi diventata drum’n’bass) e tira fuori dal cilindro altri album storici. Nel mentre, la sua maestria al mixer è molto richiesta anche nel mercato dei remix. Oltre ai grandi artisti reggae della sua etichetta (Maka B fra tutti), beneficiano del suo "tocco" anche Jah Shaka, Sade, The Orb, Africa Unite, 99 Posse e moltissimi altri. A dimostrazione di una costante vocazione all’apertura del proprio suono le ultime prove discografiche del professore sono state registrate tra Nairobi, Israele e Bogotà, proprio per assorbire i ritmi e le suggestioni di tre diverse geografie sonore.