"Blocco totale per l’intera giornata delle attività e manifestazione in strada dei lavoratori della Richard Ginori 1735 SpA di Sesto Fiorentino, causati dal nuovo intollerabile balletto dei pagamenti degli stipendi. AAA cercasi disperatamente il tavolo interistituzionale" l'intervento di Andrea Calò, Capogruppo della Rifondazione Comunista nella Provincia di Firenze e Sergio Canzi segretario PRC Sesto Fiorentino "Le rassicurazioni date in questi giorni dalla proprietà si sono sciolte come neve al sole.
La Rsu Cobas aveva già allertato l’opinione pubblica, le Istituzioni, in particolare il Sindaco di Sesto Fiorentino, sulla scarsa attendibilità della proprietà. Così come Rifondazione Comunista aveva chiesto alle Amministrazioni locali di richiedere al CdA il massimo della responsabilità sociale sfidandola a dimostrare le proprie capacità imprenditoriali e a ritrovare un autorevolezza sul piano delle relazioni". "Così non è avvenuto perché stamani mattina la proprietà ha comunicato di essere nell’impossibilità di saldare il 50% degli stipendi di gennaio.
Da qui la giusta reazione dei lavoratori e del sindacato di interrompere la produzione, proclamando un sciopero, un presidio ed un corteo nella città di Sesto poiché la situazione è diventata insostenibile proprio sul piano dei diritti. Si è venuto così a formare un quadro, in cui tutti gli impegni dichiarati e sbandierati nei vari tavoli istituzionali, con il classico gioco del cerino sono tornate ai lavoratori, costretti a subire la “precarietà” degli stipendi. La manifestazione di oggi, che durerà l’intera giornata, vuole essere l’ennesimo grido di allarme riguardo alla gravità della situazione in Ginori, poiché nessuno è più disposto fra i lavoratori a farsi prendere in giro.
Le problematiche: dall’appetibilità speculativa del sito produttivo e la conseguente possibilità di spostare le lavorazioni della Richard Ginori alla discussione sulla tenuta dei livelli occupazionali e del rilancio dello sviluppo produttivo; diventano vessilli o chimere se non si garantisce da subito il diritto al salario. Il tira e molla di questa mattina sul pagamento degli stipendi – prima l’annuncio sul differimento e dopo che le manifestazioni hanno preso consistenza, il nuovo annuncio che invece pagheranno gli arretrati stipendiali il giorno 22 p.v.- fa mantenere ai lavoratori il legittimo sospetto sull’attendibilità della proprietà e deve rimpegnare la politica e le Istituzioni a mantenere un livello costante di attenzione e di pressione verso la proprietà obbligandola al rispetto dei diritti e del salario dei lavoratori a cui va la nostra solidarietà. Si faccia sentire il tavolo interistituzionale - Regione Toscana, Provincia di Firenze, Comune di Sesto Fiorentino- rifuggendo ad una funzione testimoniale che poco serve alla vertenza in atto e alla soluzione del problema".
“La Richard Ginori non può giocare né con i salari né con le prospettive dei lavoratori, ma deve assolvere senza attenuanti al ruolo che le compete, presentando un piano industriale di rilancio e sviluppo senza accampare scuse. Non si fa impresa soltanto con i soldi pubblici”. Lo dichiara, in una nota, Roberto Rizzo, Responsabile del Dipartimento Lavoro-Welfare Idv Toscana, e Alessandro Cresci, Coordinatore provinciale Idv Firenze, che hanno partecipato questa mattina a Sesto Fiorentino alla manifestazione dei lavoratori indetta in seguito alla notizia che la dirigenza avrebbe negato il 50% delle retribuzioni di gennaio a causa del mancato raggiungimento di un accordo con Coop. "Nonostante questa mattina i vertici aziendali della Richard Ginori abbiano rassicurato i lavoratori che i pagamenti avverranno entro il 22 febbraio – spiegano Cresci e Rizzo - noi di Italia dei Valori esprimiamo forte preoccupazione per l'atteggiamento del management". "Nonostante le Istituzioni, a partire dalla Regione Toscana, si siano adoperate per sostenere l'azienda - continuano i dirigenti Idv - non soltanto per quanto riguarda il Museo della Ceramica, ma anche sulla richiesta di ottenere accesso ai fondi per il rilancio aziendale e contestualmente per una riapertura del credito a un’impresa che dichiara di avere 47 milioni di euro di ordinativi, appare oggi ancor più incomprensibile l'atteggiamento passivo di una dirigenza che relega il proprio futuro soltanto all'accesso al finanziamento pubblico, venendo meno alla sua responsabilità sociale nei confronti dei lavoratori e rinunciando a presentare un serio piano industriale di stabilizzazione degli assetti societari legati al rilancio e allo sviluppo dell’impresa, per garantire una seria continuità produttiva tesa a salvaguardare l’eccellenza e dell’intero assetto occupazionale.
Altrimenti, il rischio è di svalutare la reputazione e la storia di un marchio, come quello della Richard Ginori, che ha sempre rappresentato una delle migliori eccellenze italiane del settore". "Noi di Italia dei Valori - concludono Cresci e Rizzo - non soltanto vogliamo ribadire la nostra vicinanza e solidarietà a tutti i lavoratori diretti e indiretti della Richard Ginori, ma continueremo a batterci in tutte le sedi istituzionali preposte affinché il management della Ginori ponga rapidamente fine a questa preoccupante situazione di incertezza e fornisca un piano chiaro che favorisca la ripresa della produttività, garanzie occupazionali e certezze in merito al pagamento delle retribuzioni ai lavoratori, che ancora una volta hanno dimostrato un grandissimo e alto senso di responsabilità e attaccamento all’azienda e ai loro diritti".