Domani 4 febbraio è stata annunciata una manifestazione per celebrare la “Giornata del Ricordo “ promossa da Casaggì, Giovane Italia e PDL. “Le foibe, la deportazione, l’esodo degli italiani d’Istria e della Dalmazia, la violenza contro i diversi gruppi etnici, Trieste e la vicenda del territorio libero con la Zona A e la Zona B, e ancora la situazione della Venezia Giulia, e molti altri tristi episodi, – commentano i consiglieri provincial del Pdl - sono tutti drammi che si sono verificati al confine orientale e che hanno provocato nella popolazione italiana stragi, lutti e dolore".
I consiglieri del gruppo del Pdl in Provincia di Firenze, tornano, in vista della Giornata del Ricordo, sui gravi fatti accaduti ai danni della popolazione di Istria, Venezia Giulia e Dalmazia, commessi, per motivi etnici e politici, durante la Seconda Guerra Mondiale, quando migliaia di uomini e donne, nella lotta per il predominio sull'Adriatico orientale tra le popolazioni slave e italiane, proprio nelle foibe e nei campi di concentramento Jugoslavi trovarono la morte. Il Giorno del Ricordo è stato celebrato per la prima volta nel 2005 ed è stato istituito con la Legge numero 92 del 30 marzo 2004, scegliendo come data il 10 febbraio in ricordo del trattato di Parigi firmato nel 1947, che ha assegnato alla Jugoslavia le aree occupate durante la guerra dall'armata di Tito.
"Chiediamo - concludono i consiglieri - che le Istituzioni rendano omaggio al sacrificio di migliaia di italiani infoibati e ai più di 350.000 esuli, rinnovando la memoria di questa tragedia nazionale in segno di pietà per i caduti e di condanna per le azioni criminali che hanno determinato un tale eccidio, e ribadendo oggi più di sempre l’importanza che questa vicenda ha per la storia patria e per l’identità nazionale”. CasaPound Firenze parteciperà, come ormai di consuetudine, al corteo. "Noi ci saremo", chiarisce in una nota CPI Firenze, "come tutti gli anni per ricordare un eccidio che in molti preferirebbero rispedire nel dimenticatoio della storia". "Quello che fa riflettere", prosegue la nota, "è che quest'anno il corteo ha dovuto subire una riduzione di percorso per le solite minacce e pseudo-contromanifestazioni della sinistra radicale ridotta ormai a manifestare soltanto contro gli altri visto che si è scordata cosa significa lottare a favore di qualcosa". "Rimaniamo comunque sconcertati", conclude CasaPound Firenze, "per il fatto che a questa gente venga ancora dato così tanto peso da parte di chi dovrebbe garantire il diritto di parola e manifestazione a tutti e che sia consentito loro di violare quelle libertà riconosciute dalla stessa Costituzione di cui si riempiono la bocca solo quando fa comodo loro". "È inaccettabile che la commemorazione diventi per la destra un’occasione strumentale di contrapposizione alla “Giornata della Memoria” e per mistificare verità storiche molto complesse" commenta Mauro Fuso, Segretario Generale della CGIL di Firenze.
"L’esodo dalla Dalmazia e le foibe sono una eredità diretta del ventennio fascista. Ciò che preoccupa e dovrebbe preoccupare ogni sincero democratico e antifascista è proprio l’uso strumentale di quelle vicende storiche, magari manifestando in compagnia di chi oggi utilizza simboli e slogan fascisti, offendendo in questo modo tutta la città di Firenze, Medaglia d’oro della Resistenza", aggiunge Fuso. "La CGIL si schiera a fianco della Firenze democratica , non violenta e antifascista, come ha fatto all’indomani del vile assassinio di Samb Modou e Diop Mor, per chiedere alle Istituzioni competenti che vengano impedite, con gli strumenti che le leggi consentono, le manifestazioni di incitamento all’odio e di evidente apologia del fascismo", conclude il Segretario Generale della CGIL di Firenze.
Solitamente "dal letargo ci si sveglia ai primi tepori primaverili." Nel caso dell'Anpi della Rufina per il consigliere provinciale del Pdl Piergiuseppe Massai "è stato il freddo siberiano che ha risvegliato felici, per loro, ricordi". Probabilmente "si sono svegliati tardi e non si sono accorti che il soviet non decide più chi deve parlare e chi no, cosa si deve ricordare e cosa no". E non si sarebbero accorti che "è finito il mito del socialismo reale, dove trovavano riparo anche gli assassini di Porzus e i compagni che sbagliavano.
Non si sono accorti (in questo caso al pari dell'Anpi di Gavinana) che è finito il tempo, per loro felice, in cui per zittire, emarginare o demonizzare un avversario politico, o anche solo chi la pensava diversamente, bastava accusarlo di fascismo e metterlo all'indice". Il consigliere del Pdl insiste sul fatto che "non si sono accorti che il Parlamento Italiano nel 2004, a stragrande maggioranza, ha deciso di rendere omaggio a quei morti che, per una crudele e criminale opportunità politica, erano rimasti nell'oblio".
Oblio riconosciuto "anche dal Presidente della Repubblica, Napolitano. Oblio che lo stesso Napolitano ha chiesto di rimuovere affinché vi sia una memoria condivisa". E quindi "non si sono accorti che nell'Italia repubblicana e democratica non è reato commemorare il Giorno del Ricordo. Non si sono accorti che non vi sono più morti di serie A e di serie B, tragedie di serie A e di serie B, assassini di serie A e di serie B. Non si sono accorti che nella società civile si sente il bisogno di una memoria condivisa che salvaguardi sempre, e per sempre, le fondamenta democratiche di questo paese da qualsiasi attacco o rigurgito di idee totalitarie.
Si sono svegliati tardi e non si sono accorti che avere una memoria condivisa, commemorare e ricordare le foibe e la Shoah, sono l'unico antidoto efficace affinché queste tragedie non macchino mai più l'umanità. Non se ne sono accorti, si sono svegliati tardi, ma se ne dovranno fare una ragione".