La nave continua a muoversi, ricerche sospese. Difficoltà per i sommozzatori che iniziano una nuova giornata di ricerche con l'ausilio di cariche esplosive necessarie per aprirsi dei varchi all'altezza del ponte numero 4 all'interno della nave sommersa. Il comandante Francesco Schettino ha raggiunto intanto la propria abitazione di Sorrento, dopo l'ordinanza del Gip che ne ha previsto la scarcerazione immediata con l'obbligo dei domiciliari. Rientrato nella notte assieme ai parenti è poi entrato da una porta sul retro per evitare i cronisti appostati davanti all'ingresso principale. A 'rischiare' lo stesso trattamento riservato a Schettino sarebbero anche i suoi sottoposti, a partire dal suo secondo.
Da valutare sono infatti anche i comportamenti tenuti dal secondo ufficiale Dimitri Ckristidis e dal terzo ufficiale Silvia Coronica. Inoltre Schettino, la stessa notte delle telefonate con De Falco, avrebbe dichiarato di aver contattato più volte la Costa. Al vaglio degli inquirenti i tabulati della nottata per capire quali e quanti soggetti abbiano interagito telefonicamente con il comandante della Concordia e quali indicazioni abbiano impartito anche a nome della Costa Crociere. Verusio, procuratore capo della Procura di Grosseto non fa un passo indietro sulle proprie convinzioni e si è detto sorpreso dalla decisione del Gip.
Per tre ore ha avuto modo di ascoltare le parole del comandante della Costa Concordia che durante l'interrogatorio si sarebbe scusato, accusandosi e poi difendendosi. Una manovra azzardata, troppo vicina alla costa del Giglio, fuori dalla rotta tracciata, però poi la consapevolezza di potersi adagiare su una secca. Ma come mai con i passeggeri, e con la Capitaneria di Porto ha minimizzato? Perché i ritardi nell'ordinare l'evacuazione e nella chiamata dei soccorsi? Dov'era Schettino durante le fasi di 'coordinamento' dell'emergenza? Su uno scoglio, a terra, si è detto.
Lui racconta di essere ''inciampato su una scialuppa'' e di essersi ritrovato sul tetto della stessa senza avere possibilità di risalire a bordo. Lì dove invece lo avrebbe voluto il capitano Gregorio De Falco della Capitaneria di Porto di Livorno, che si è precipitato al microfono in cerca di informazioni utili per avviare i soccorsi, per essere informato sul numero di passeggeri ancora presenti, del numero di bambini, di donne e di eventuali feriti. In queste ore prende corpo lo scenario di un equipaggio in balia del panico, con il comandante ed il suo vice su una scialuppa, raggiunti poi da altri ufficiali presenti in plancia di comando.
Mentre sulla Concordia c'erano ancora persone da mettere in salvo, da avvisare, da recuperare, da contare. Sul reale ruolo di Schettino e dei suoi sottoposti c'è un'indagine in corso la cui conclusione rapida e trasparente è sostenuta e rilanciata da ogni angolo del globo, passando per le Nazioni Unite. Non si sa ancora bene dove fossero gli uomini agli ordini del comandante di Sorrento. Mancano all'appello ancora 16 donne, 11 uomini ed una bambina, anche la loro posizione è al momento sconosciuta. Si sa invece, purtroppo dove si trovavano 11 persone che i soccorsi hanno restituito strappandole al mare.
Oggi l'autopsia su 6 degli 11 corpi recuperati che verrà effettuata all'Ospedale di Orbetello da parte di esperti dell'Istituto di Medicina legale giunti sul posto da Le Scotte di Siena. "Quanto mi è costata quella manovra" pare abbia detto Schettino, nel corso della notte. Ancora non lo sappiamo.