“Grazie alla diffusione sempre più ampia degli screening, la mortalità per tumore in Toscana si riduce costantemente. La capacità di diagnosticare, grazie agli screening, un elevato numero di lesioni ancora in fase iniziale ci consente di offrire alte probabilità di guarigione, e nello stesso tempo l’esecuzione di trattamenti non demolitivi, con ovvie ripercussioni positive sulla qualità di vita delle persone”. L’ha detto l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia, nel presentare stamani il 12° Rapporto annuale dell’Ispo, l’Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica, e gli altri eventi che in questi giorni coinvolgono l’Istituto: oltre al convegno sui programmi di screening dell’Ispo, anche il convegno dell’Osservatorio Nazionale Screening, che si tiene a Firenze, e la firma di un accordo di collaborazione tra Istituto Superiore di Sanità e Ispo.
Tutto tra ieri e oggi, all’Auditorium Al Duomo, in via Cerretani. “I tre eventi concentrati in questi due giorni – è il commento dell’assessore Scaramuccia – mettono in evidenza il livello qualitativo e quantitativo raggiunto dalla Toscana nel settore degli screening e della ricerca in campo oncologico. E anche il ruolo svolto, grazie a queste performance, nel panorama nazionale. Nel complesso, i risultati toscani confermano gli alti livelli raggiunti nella nostra regione. Ringrazio Ispo, che in questo momento attraversa una fase di rinnovamento nell’ambito del sistema sanitario regionale.
La Regione Toscana l’ha identificato come strumento di sviluppo della prevenzione oncologica, sia come offerta di servizi di qualità per la popolazione toscana, sia per la ricerca nella prevenzione dei tumori”. “Questa due giorni serve a caratterizzare il nuovo profilo dell’Istituto per lo Studio e la Prevenzione oncologica – dice il direttore dell’Ispo Gianni Amunni – A livello regionale, con il miglioramento costante dei dati di estensione e adesione degli screening. A livello nazionale, come sede direttiva dell’Osservatorio nazionale.
E sul versante della ricerca, dove Ispo si confronta con i grandi istituti di livello nazionale e internazionale. La collaborazione scientifica con l’Istituto Superiore di Sanità faciliterà l’azione congiunta dei due istituti su molti temi di ricerca e intervento, e permetterà di accrescere le opportunità di ricerca grazie al grande patrimonio di esperienza, qualità e competenza che è presente nell’insieme del servizio sanitario della Toscana”. Il Rapporto annuale dell’Ispo I risultati di questo 12° Rapporto confermano la garanzia di offerta della mammografia e dei pap test a tutta la popolazione avente diritto (donne tra 50 e 70 anni per la mammografia e tra 25 e 64 anni per il pap test).
Per il biennio 2009-2010 (l’offerta del test è biennale) l’estensione del programma di screening mammografico è del 93%. Mentre per il triennio 2008-2010 (in questo caso l’offerta del test è triennale), l’offerta dello screening per il tumore al collo dell’utero è del 97,5%. I dati evidenziano anche il netto miglioramento dell’estensione del programma per la prevenzione del tumore del colon-retto, che nel 2010 ha raggiunto l’83,7% della popolazione (uomini e donne tra 50 e 70 anni), con un aumento di 13 punti percentuali rispetto al 2009.
Nel complesso, i risultati confermano gli alti livelli di performance della nostra regione, collocandola tra le più avanzate nel panorama nazionale. La Toscana, prima Regione italiana, dal 2012, in maniera progressiva e graduale, adotterà il test HPV in sostituzione dell’attuale pap test, per le donne da 35 anni in su: rispetto al pap test, il test HPV ha il vantaggio di essere più efficace, sicuro, e di avere validità quinquennale (anziché triennale come il pap test). La sostituzione inizierà nel 2012, nelle Asl che saranno pronte, e nell’arco di uno-due anni sarà completata in tutte le Asl toscane. I dati sui tumori Nell’area del Registro tumori toscano (Firenze e Prato) il tumore alla mammella rappresenta il 24,8% di tutti i tumori femminili.
Il trend mostra un aumento di incidenza (per effetto dei fattori di rischio, e in parte anche per i programmi di screening, grazie ai quali si individuano i tumori nello stadio iniziale), a fronte di una riduzione di mortalità di circa il 20% (in media – 1,2% annuo, nel periodo 1987-2008). La sopravvivenza a 5 anni è intorno al 90%. Le stime italiane indicano una sopravvivenza a 10 anni di oltre il 70%. Il tumore alla cervice uterina è una neoplasia rara, con incidenza in riduzione e mortalità stabile: la sopravvivenza a 3 anni è di oltre il 70%.
In Toscana, il rischio per una donna di avere una diagnosi di tumore della cervice nel corso della vita è dell’8% (1 caso ogni 129 soggetti), il rischio di morire a causa di questa patologia è invece pari all’1% (1 decesso ogni 874 soggetti). Per il tumore al colon-retto, incidenza e mortalità sono in diminuzione, in particolare nelle fasce di età (50-70 anni) che rientrano nel programma di screening per la ricerca del sangue occulto fecale. E’ quindi verosimile che la riduzione di incidenza in questa fascia di età sia dovuta proprio all’invito attivo al programma di screening. L’Osservatorio Nazionale Screening E’ l’organismo incaricato formalmente fin dal 2005 dal Ministero della salute di monitorare e aiutare lo sviluppo dei programmi di screening su tutto il territorio nazionale.
L’ONS funziona come network delle migliori esperienze di screening italiane e ha la sua direzione presso l’Ispo di Firenze. Un recente decreto ministeriale ha riconfermato questo ruolo dell’Ispo, e il direttore dell’ONS è Marco Zappa. Nel 2010, in tutta Italia sono state spedite oltre 9 milioni di lettere di invito a sottoporsi a un test di screening: in seguito a questi inviti, sono stati eseguiti quasi 4.500.000 esami di diagnosi precoce. Grazie a questi esami, ogni anno vengono diagnosticati oltre 6.000 carcinomi della mammella, più di 4.000 lesioni della cervice uterina e oltre 2.500 carcinomi colorettali e quasi 14.000 adenomi avanzati del colon retto. Nel 2010, per quanto riguarda lo screening mammografico, la percentuale di donne tra 50 e 69 anni che hanno ricevuto un invito è sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente (69%), con una grande variabilità tra Nord (89%), Centro (77%) e Sud (38%).
Seguendo le indicazioni del Ministero, alcune Regioni (la Toscana lo farà nel 2012) stanno allargando la fascia di invito alle 45enni e alle ultrasettantenni. Per lo screening cervicale, la percentuale di donne in età target (25-64 anni) che effettivamente hanno ricevuto un invito secondo gli intervalli previsti (3 anni) supera i due terzi (67%), con un incoraggiante aumento di quattro punti percentuali rispetto al 2009. Non si osservano particolari differenze tra Centro, Nord e Sud. Quanto allo screening colorettale, nel 2010 la percentuale di persone in età target (50-70 anni) che hanno ricevuto un invito è aumentata, passando dal 40% al 51%.
Al Nord si supera il 75%, al Centro si supera il 45%, al Sud ci si ferma sotto il 10%. L’accordo di collaborazione tra Iss e Ispo Quella tra Istituto Superiore di Sanità e Ispo è una collaborazione ormai consolidata. I ricercatori dei due istituti collaborano da anni su obiettivi di comune interesse, anche con la partecipazione a progetti multicentrici nazionali e internazionali. L’accordo che si firma oggi tra il presidente dell’ISS Enrico Garaci e il direttore dell’Ispo Gianni Amunni conferma e rafforza questa collaborazione, individuando specifici obiettivi di ricerca che saranno al centro della collaborazione nei prossimi anni. L’Istituto Superiore di Sanità ha tra le sue funzioni istituzionali rapporti di collaborazione scientifica con finalità di ricerca e sviluppo con le Regioni, e in questo processo la formalizzazione di un rapporto della Regione Toscana, attraverso Ispo in quanto istituto regionale, con l’ISS rappresenta un’importante esperienza di collaborazione istituzionale e una iniziativa che costituisce una nuova opportunità in campo nazionale. Questi gli obiettivi di ricerca che saranno al centro della collaborazione nei prossimi anni: - monitoraggio attraverso i registri tumori per lo studio dei percorsi diagnostico-terapeutici, l’assistenza alle patologie neoplastiche “rare”, la valutazione dei costi e delle disuguaglianze; - realizzazione di studi epidemiologici nel settore ambiente e salute (come gli studi SENTIERI e EPIC); - studi di monitoraggio e di integrazione tra vaccinazione HPV (papilloma virus) e screening per il cervicocarcinoma; - lo studio PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), un sistema di sorveglianza nazionale su attitudini verso la prevenzione e condizioni di salute.