Firenze – “Quasi stento a credere che uno studioso e uomo di scienza come Garattini possa lanciarsi in simili affermazioni, senza la dovuta attenzione e senza neppure informarsi troppo. Non solo il farmacologo di Milano ha confuso un ospedale con un altro, ma ha anche mischiato fatti e cure molto diverse tra loro. Una miscuglio che crea solo confusione”. L’assessore alla sanità della Regione Toscana Daniela Scaramuccia risponde così a Silvio Garattini, direttore dell’istituto “Mario Negri” di Milano, che in merito allo spazio concesso nelle strutture sanitarie toscane alle cure complementari si è provocatoriamente domandato: “A quando maghi e fattucchiere negli ospedali?”.
Lo ha fatto in un’intervista che sarà pubblicata sul numero di “Oggi” in edicola domani. La Toscana non è nuova ad affiancare alla medicina tradizionale altre cure complementari. Da anni il servizio sanitario pubblico offre le prestazioni di ambulatori di agopuntura, omeopatia, fitoterapia: sono più di cento ad oggi. Nei Paesi in cui le statistiche sono disponibili, la medicina non convenzionale viene utilizzata dal 20% al 50% della popolazione. In Toscana, negli ultimi anni, un cittadino su sei ha fatto uso di medicine non convenzionali e in 700 mila si curano con le medicine complementari. “Ma questo non c’entra niente con maghi e fattucchiere, un accostemento che ritengo offensivo” stigmatizza l’assessore Scaramuccia.
“Agopuntura, omeopatia e fitoterapia – ricorda l’assessore – sono state riconosciute medicine complementari sulla scorta delle definizioni date dalla stessa comunità scientifica. E noi lo abbiamo fatto con una legge, la n.9 del 2007”. “Peraltro nelle affermazioni di Garattini ci sono anche diverse imprecisioni – annota sempre l’assessore – L’ospedale del grossetano che ha accol to ambulatori di agopuntura, omeopatia e fitoterapia non è quello di Grosseto, ma il “Petruccioli” di Pitigliano.
Il progetto risale al 2008 e la struttura svolge comunque la propria attività nell’ambito della medicina ospedaliera tradizionale. L’obiettivo, a Pitigliano come nel resto della Toscana, è infatti quello di sperimentare l’integrazione delle medicine complementari con la medicina tradizionale e valutare, attraverso i canoni della ricerca scientifica e della medicina basata sulle prove, l’esistenza e validità di risultati clinici misurabili. Una sperimentazione controllata dell’efficacia dei trattamenti integrati e l’opposto quindi della medicina approssimativa di cui ci accusa Garattini”. Cure complementari a Pitigliano, scheda Il centro di medicina integrata di Pitigliano funziona da febbraio.
Responsabili di agopuntura e omeopatia sono affiancati da un un gruppo di medici esperti. Nel centro l’omeopatia ed agopuntura vengono praticate insieme alla medicina tradizionale, sia in ambulatorio che per i pazienti ricoverati. Questi ultimi, in accordo con i medici ospedalieri che li hanno in carico, possono decidere se seguire solo la terapia tradizionale o integrarla con le medicine complementari, praticate sulla base di “un approccio interdisciplinare, diagnostico e terapeutico, finalizzato alla scelta terapeutica più appropriata ed efficace in termini di qualità della vita, benessere e salute”, come sta scritto nel progetto costitutivo del centro. Ci si può rivolgere alla struttura di Pitigliano per il trattamento di malattie reumatiche croniche, per gli esiti di traumi e di ictus, per la riabilitazione ortopedica e neurologica, per la cura della psoriasi e per le dermatiti allergiche, per l’asma e l’insufficienza respiratoria, per le patologie gastrointestinali, per contenere gli effetti collaterali della chemioterapia e della radioterapia in oncologia e nella terapia del dolore cronico e nelle cure palliative. Una legge regionale (la n.
9 del 2007) garantisce il principio della libertà di scelta terapeutica del paziente e la libertà di cura del medico, e tutela l’esercizio delle medicine complementari. In particolare, la legge riconosce omeopatia, agopuntura e fitoterapia come parte integrante del Servizio sanitario regionale. In base alla legge, gli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, dei veterinari e dei farmacisti istituiscono elenchi di professionisti che esercitano le medicine complementar i e rilasciano una specifica certificazione sul possesso dei requisiti.
La legge istituisce anche una commissione per la formazione nelle medicine complementari.