La materia è quella scottante delle rette per la permanenza dei malati non autosufficienti in Rsa (residenza sanitaria assistita). Il Tribunale amministrativo prende le mosse dal ricorso di una coppia di coniugi residente a Stia che – per far fronte ai pagamenti delle quote per il ricovero in rsa della signora, affetta da sclerosi laterale amiotrofica (Sla) – sta ponderando addirittura di vendere la casa messa su con tanti sacrifici Con pronunciamento del 22 novembre scorso il Tar della Toscana ha disposto la trasmissione alla Corte costituzionale della legge regionale n.
66 del 18/12/2008 individuando «rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale». A darne notizia è il Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (Pdl). «Dall’applicazione della legge regionale richiamata deriva la conseguenza negativa della mancata corresponsione di assistenza sul territorio toscano all’anziano non autosufficiente che non sia in grado di garantire, per i più svariati motivi, la copertura della quota posta a suo carico, calcolata sulla considerazione della sua esclusiva situazione reddituale, come da norma statale direttamente applicabile, ma anche di quella dei congiunti.
Tale normativa – spiega il giudice nell’ordinanza – appare quindi avere conseguenze negative dirette sui livelli minimi di assistenza (Lea) che la legge statae intende invece garantire uniformemente». Ciò detto, il dispositivo prevede l’invio della legge regionale alla Consulta. La giunta ha già stabilito (delibera 1106) nella sua ultima seduta, lunedì scorso, di costituirsi in giudizio davanti alla Corte costituzionale per potersi difendere. Intanto, però, il Pdl non la manda a dire: «E’ ormai evidente che le perplessità da noi sempre manifestate in ordine a una legge regionale che, anziché tutelarle, umilia e impoverisce le famiglie dei malati non autosufficienti – attacca Mugnai – sono tutte integralmente confermate.
Purtroppo, ci troviamo a dover dire, perché ciò conferma anche quanto in Toscana una fascia di cittadini socialmente debole subisca pesanti vessazioni». Proprio Mugnai, insieme al suo collega del Pdl Jacopo Ferri, nel settembre 2010 aveva presentato una proposta di legge che andava ad incidere proprio sull’articolo della LR 66/2008 contestato dal Tar, ovvero il 14, alla lettera c) del comma 2: «La modifica – era spiegato nella relazione alla proposta di modifica della legge – è finalizzata a chiarire che le quote delle rette a carico degli ultrasessantacinquenni non autosufficienti, ricoverati nelle strutture residenziali extra-ospedaliere, debbano essere calcolate con esclusivo riferimento al reddito dell’assistito e soprattutto che non si possa chiedere ai parenti la compartecipazione al pagamento di somme di denaro, spesso ingenti».
E Mugnai commenta: «Evidentemente anche il Tar condivide i nostri dubbi sulla legge regionale. Attendiamo adesso la sentenza della Consulta. Se poi anche la Consulta dovesse bocciare quanto deciso in questi anni dalla Regione Toscana, e in particolare da Rossi e Scaramuccia, dando quindi ragione alle tante famiglie prostrate all’inverosimile perché hanno la ventura di avere un parente anziano non autosufficiente allora sarebbe clamoroso».