Firenze, 22 novembre 2011– Uomo di 18 anni, che guida una Fiat Panda 1200. Per lui, se vive a Firenze, l’assicurazione Rc auto costa almeno 1.258 euro l’anno, quasi il doppio della tariffa minima nel resto d’Italia, dove per la stessa tipologia si parte da 670 euro. Ma anche se si guarda alle tariffe medie, il risultato non cambia. A Firenze il solito 18enne con la Fiat Panda spende, di media, 2.542 euro, 207 euro in più che a livello nazionale. Il caro polizza colpisce anche un uomo di 24 anni su una Renault Scenic 1.900 diesel, che a Firenze paga 875 euro in più che sulla tariffa minima del resto d’Italia e 184 euro in più sulla tariffa media.
Sono questi alcuni dei dati resi noti oggi nel corso del Consiglio direttivo nazionale dello Snfia, il sindacato nazionale funzionari imprese assicuratrici, che si sta svolgendo a Firenze al Grand Hotel Mediterraneo, sul Lungarno del Tempio. Non sempre si paga salata l’Rc auto. Se si rientra in qualche categoria di fortunati, qualcosa si può anche risparmiare rispetto ad altre città dove gli incidenti sono all’ordine del giorno, ma, in generale le polizze Rc Auto stipulate a Firenze, e in Toscana, sono le tra le più care d’Italia.
Di media, in confronto a Bologna, una delle città più simili a Firenze, nel capoluogo toscano le tariffe sono più alte del 20% e in costante aumento rispetto agli anni precedenti, nonostante la flessione del numero di incidenti. Tra i più colpiti i neopatentati, per i quali la Rc auto quest’anno è salita del 22,7% rispetto all’anno scorso. E mentre, d’altra parte, gli incassi delle aziende aumentano, con un portafoglio che in Toscana passa dai 5,7 miliardi di euro di premi incassati del 2008 ai 7,8 miliardi del 2010, con un aumento del 36,8%, calano il personale e il relativo costo.
In particolare, i dipendenti del settore nella regione sono scesi dai 1.824 del 2008 ai 1.766 del 2009 e il costo del personale è passato da 124,6 miliardi del 2008 ai 118,7 del 2009. Un trend inverso rispetto a quello che si registra in Italia, dove gli addetti del settore assicurativo aumentano costantemente negli anni, passando dai 38.068 del 2005 ai 45.546 del 2009. «Anche a Firenze – commenta Marino D’Angelo, segretario generale del Consiglio direttivo nazionale dello Snfia – il costo assicurativo si pone come quello più significativo per le famiglie.
Occorre che in qualche modo la ricchezza drenata dalle imprese assicurative ritorni sul territorio in termini di investimento sull’occupazione e sull’indotto economico. I dati, però, ci dicono che così non è». «Come più volte segnalato dall’Isvap, l’Istituto per la vigilanza delle assicurazioni private e di interesse collettivo, e dal presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, Antonio Catricalà, nel corso della sua ultima audizione al Senato – prosegue il segretario – il costo delle assicurazioni è direttamente dipendente da una malagestione organizzativa.
In Italia il rapporto dipendenti-fatturato è infatti il più alto d’Europa: 1 su quasi 2,5 milioni di euro, contro gli 1,2 milioni della Francia e della Spagna. Occorre perciò che le imprese si decidano a investire sul proprio processo industriale abbandonando una ricerca dell’utile basata su alchimie finanziarie che proprio oggi dimostrano la pericolosità in termini di sviluppo economico sostenibile». Domani, nella giornata di chiusura del Consiglio direttivo, sono previsti, tra gli altri, gli interventi di Giampiero Gallo, professore di econometria finanziaria dell’Università degli Studi di Firenze, con una relazione dal titolo ‘Una crisi senza fine? Ripercussioni per il mondo assicurativo e bancario italiano’ (ore 10), Francesco Alvaro, avvocato e professore di diritto del lavoro Università degli Studi di Firenze (ore 11.15), Felice Mummolo, già direttore del servizio antifrode nazionale dell’Ania e consulente antifrode dello Snfia (ore 15.30) e Maurizio Arena, segretario generale di Dircredito, organizzazione sindacale autonoma che rappresenta le alte professionalità del settore bancario italiano (ore 16.45).