Con la vittoria referendaria il movimento per l’acqua ha inserito un granello di sabbia negli ingranaggi dell’economia: ora intende costruire percorsi, alleanze e intrecci a livello nazionale ed europeo per arrivare a ingripparne definitivamente il motore. La manifestazione nazionale a Roma del prossimo 26 novembre sarà il primo passo in questa direzione. La normativa vigente prevede la soppressione degli Ambiti territoriali entro il 31 dicembre 2011. Le regioni quindi devono approvare una legge di riorganizzazione degli Ato sia per l’acqua che per i rifiuti.
La Regione Toscana ha elaborato un Documento preliminare in preparazione della legge di riorganizzazione Ato, che risulta una mera semplificazione e riorganizzazione (per niente condivisibile) degli strumenti di programmazione e controllo, ignorando del tutto il referendum. SEL chiede con forza alla regione Toscana che nel quadro della Governance del Servizio idrico integrato, si introducano strumenti e modalità per rispondere alla volontà di 1.700.000 cittadini che hanno scelto la strada della ripubblicizzazione. La Federconsumatori ha lanciato una Petizione/Appello che è già stato raccolto da autorevoli esponenti della Società e delle Istituzioni.
Alla base una ragione di fondo: mantenere viva la volontà dei milioni di cittadini che si sono espressi nel recente Referendum di giugno. Un bene come quello dell’acqua, sarà al centro dell’incontro “Dall'acqua alla cultura: la grande piazza dei beni comuni”, in programma lunedi 7 novembre 2011 alle 16 nell'Aula Magna Storica del Rettorato del'Università di Siena. Interverrà Ugo Mattei, giurista, docente di diritto a Torino e in California, e co-estensore dei quesiti referendari sull'acqua.
La giornata è organizzata da Lavoro culturale all'interno del calendario di eventi della rassegna Teatrinscatola in corso quest'autunno fino al 27 novembre. Spunto di partenza, lo spettacolo Acquario incentrato sulla questione dell'acqua pubblica. Lavoro culturale è un blog animato da studenti, dottorandi e ricercatori nato nella Facoltà di Lettere che prova ad interrogarsi sul contemporaneo attraverso articoli, riflessioni e seminari che hanno come oggetto la nostra realtà politica, culturale e artistica.
La sfida è quella di usare le scienze umane, calarle nel reale e mettere alla prova la loro capacità di azione nella contemporaneità. L'incontro del 7 novembre avrà come obiettivo quello di scandagliare i significati e la complessità del concetto di “Bene Comune proprio” con Ugo Mattei, autore del libro “Beni Comuni. Un manifesto” (Laterza, 2011). Cosa sono i Beni Comuni? Perché sono diversi dai beni pubblici e da quelli privati? Sono riconosciuti dalla Costituzione e dalle leggi dello Stato? Si partirà da questi e da altri spunti per cercare di orientarsi fra alcuni dei problemi più stringenti emersi nel dibattito pubblico contemporaneo.
Ci sono alcuni beni, sostiene Mattei, che non trovano posto nell'attuale cultura giuridica schiacciati nella dicotomia pubblico/privato: è necessario scardinare questo doppio vincolo affinché questi beni vengano “liberati” in favore della comunità che, a sua volta, deve prendersene cura. Gli interrogativi nascono però sul come: attraverso quali lotte, strumenti e quali conoscenze. Acqua, giustizia, saperi, salute, lavoro: sono alcuni dei temi su cui si cercherà di offrire un contributo conoscitivo nei loro rapporti col concetto di Bene Comune.
Ugo Mattei è anche l'estensore, insieme a Stefano Rodotà, del nuovo statuto del Teatro Valle di Roma: un esperimento in corso di gestione diretta delle maestranze e degli artisti che stanno occupando il teatro dal 24 giugno, dopo la soppressione dell'ETI (Ente Teatri Italiani). Uno spazio questo in cui, a partire dalla critica ad una visione di indissolubilita fra produzione culturale e profitto, si tenta anche il coinvolgimento della cittadinanza per proporre nuove regole e nuova partecipazione.
Per raccontare uno dei modi possibili di pensare al bene comune il 7 novembre in Rettorato ci saranno anche Luisa Merloni e Daniele Natali che partecipano dall'inizio all'esperimento del Teatro Valle Occupato.