"Chi avesse voglia di ragionare sulle classifiche odierne - spiega la capogruppo di perUnAltracittà -pubblicate da Monitorcittà-Datamonitor può toccare con mano il paradosso del fenomeno fiorentino. Da una parte il sindaco di Firenze è al terzo posto, dopo Fassino e Tosi, come sindaco più apprezzato dai suoi concittadini; dall'altra Firenze non appare neanche nella classifica parallela sulla soddisfazione espressa dai cittadini sulla qualità dei servizi erogati dall'amministrazione". La classifica dell’apprezzamento dei servizi dei primi 20 comuni italiani è ottenuta attraverso un indice medio relativo al livello di soddisfazione espresso dai cittadini intervistati su 23 servizi (anagrafe/stato civile, tributi, URP, servizi scolastici, politiche per le imprese, servizi sociali, sicurezza, polizia municipale, raccolta rifiuti, pulizia delle strade, manutenzione stradale, illuminazione stradale, verde/parchi pubblici, edilizia/urbanistica, turismo, cultura/spettacolo, sport, viabilità/traffico, parcheggi, trasporto pubblico, gas, acqua, elettricità). "A pochi mesi dalla metà del mandato di Matteo Renzi, ormai nel pieno della sua attività amministrativa, appare quindi chiaro che da un lato si esalta la sua persona a spron di provocazioni, luoghi comuni, battute, big bang e rottamazioni varie fino ad assurgere a leader nazionale e possibile candidato premier.
Allo stesso tempo il sindaco non incide nella soluzione dei problemi reali dei cittadini, malgrado la comunicazione evidentemente assai efficace sui "cento punti", sui "cento luoghi" - evidenzia Ornella de Zordo "Scorrendo l'elenco dei servizi considerati nella ricerca si comprende bene come al sindaco convenga giocare su tavoli altri rispetto a quelli necessari alla vivibilità dei suoi concittadini: dai punti anagrafe che chiudono alle politiche per le imprese pressoché assenti; dai servizi sociali sempre più tagliati ad una raccolta rifiuti anacronistica; dal traffico peggiorato da improvvisate riforme della circolazione alle vertenze con i lavoratori del trasporto pubblico, del sociale, della cultura; dalle bollette dell'acqua tra le più care d'Italia al rifiuto dell'esito del referendum sulla ripubblicizzazione e via dicendo.
Oggi i dati smentiscono le sue parole e il suo mito "del fare" - conclude la consigliera comunale fiorentina.