Firenze - «Patrimonializzare, diversificare e restituire i 600 milioni del mutuo contratto per far fronte alla sottoscrizione dell’aumento di capitale deliberato dalla Banca MpS»: sono questi i tre punti cardine della mozione promossa dal Consigliere regionale del Pdl Claudio Marignani e sottoscritta insieme ai suoi colleghi Alberto Magnolfi (capogruppo), Andrea Agresti, Stefano Mugnai e Tommaso Villa. Il documento, destinato con ogni probabilità a entrare nell’ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio regionale, impegna la giunta regionale entro un pacchetto di dieci richieste riguardanti le «linee programmatiche 2009-2013 della Deputazione generale della Fondazione Monte dei Paschi di Siena» e i «nuovi indirizzi per gli anni 2011-2013».
La Regione vi è coinvolta nella misura in cui, come ricorda la mozione, «il Consiglio regionale della Toscana nomina un componente della Deputazione» medesima, la quale «è chiamata ad approvare entro il 30 settembre di ogni anno il Documento di programmazione strategica» oltre a «riassumere fra i propri compiti quelli di indirizzo e verifica». Il 30 settembre è ora alle porte, e il componente regionale «sia pure minoritario (uno su 16) rappresenta la voce dell’istituzione regionale, per sua natura sintesi degli interessi e legami dell’intero territorio».
Fin qui i perché istituzionali dell’atto. Poi ci sono i fatti e, su tutti, «lo sforzo finanziario sostenuto dalla Fondazione MpS in occasione dell’aumento di capitale della Banca MpS per l’importo di 1,09 miliardi di euro, con conseguente indebitamento di 600 milioni di euro a fronte di un disavanzo alla chiusura del bilancio 2010 di 128,42 milioni di euro». Secondo Marignani e i suoi colleghi del Pdl un simile sforzo «comporta la assoluta necessità di una nuova fase nella vita della Fondazione in relazione sia alla gestione del patrimonio, che dei progetti propri e dei progetti di terzi per la cui valutazione dovranno essere adottate procedure di massima trasparenza ed obiettività privilegiando quelli con ritorno generale economico ed occupazionale».
Da queste premesse scatta la piattaforma di indirizzi alla giunta regionale, «il cui fine è quello di consolidare e rafforzare l’autonomia e la solidità patrimoniale della Fondazione Mps». Tre, si diceva, i punti cruciali sui quali il Pdl vuole impegnare la giunta regionale. Innanzitutto «sollecitare che i rappresentati di nomina della Fondazione nel CdA della Banca MPS in caso di nuove dismissioni di asset optino affinché il ricavato sia utilizzato esclusivamente per mantenere la patrimonialità al fine di evitare la possibile erogazione di patrimonio anziché di veri utili». Inoltre, il Pdl invita «a definire un programma certo di possibile copertura finanziaria di restituzione delle rate del mutuo di 600 milioni di euro (contratto per far fronte alla sottoscrizione dell’aumento di capitale deliberato nella sua autonomia dalla Banca MpS), garantito dalle azioni possedute della Banca MpS che, per quanto possibile, sia svincolato dall’erogazione dei consistenti dividendi che negli anni prevede il Piano d’impresa della Banca, valutando tre scenari possibili: mancanza di utili da parte della Banca, mancanza di dividendi per scelte di rafforzamento ed accantonamento, dividendi non adeguati di importo alla restituzione delle rate».
Terzo, «a consolidare negli anni, con politiche di erogazione contributi estremamente prudenziali e limitate, nell’ipotesi di importanti redditività del patrimonio posseduto, sia pure ad oggi difficilmente ipotizzabili almeno nel medio periodo, una patrimonialità che possa far fronte a future esigenze di liquidità con il fine ultimo del mantenimento della maggioranza assoluta delle azioni della Banca MpS».