Firenze - I circa 3.000 apicoltori toscani gestiscono quasi 80.000 arnie con una produzione media che oscilla fra le 2.200 e le 3.000 tonnellate di mieli di grande qualità ogni anno. L'acacia e il castagno in particolare, ma anche la sulla, il girasole, il tiglio, l'erica, il corbezzolo, l'edera toscani sono fra i monoflora più graditi dai consumatori in Italia e nel resto del mondo. Il valore commerciale all'ingrosso oscilla fra i 15 e i 20 milioni di euro. Ma a questa importante produzione deve essere aggiunto il contributo enorme che le api danno alle produzioni agricole e al mantenimento della biodiversità delle specie botaniche selvatiche. Per produrre una goccia di miele un'ape visita almeno 100 fiori, per 1 kg di miele occorre il nettare di un numero molto variabile (da 80.000 a 6.000.000) a seconda delle dimensioni e della produttività dei fiori. Incalcolabile è il numero dei fiori selvatici e di quelli delle piante coltivate che viene visitato ogni anno dalle api toscane che provvedono alla loro impollinazione. Ogni alveare raccoglie il nettare su una superficie uguale a quella di 3.000 campi di calcio. Oltre 1/3 del valore della produzione agricola toscana dipende dall'azione degli insetti impollinatori ed in particolare da quella delle api, per un importo che si stima superi gli 800 milioni di euro ogni anno.
Il mercato delle api, in Toscana vola
Ogni famiglia visita oltre 14 milioni di fiori al giorno, diverse migliaia di miliardi di fiori sono impollinati ogni anno in Toscana: 3.000 apicoltori, 80.000 arnie, 400 milioni di api. I numeri della filiera apistica in Toscana