Quando si dice mettere radici. La Casa della Cultura Alda Merini lo ha fatto concretamente alimentandosi di una fonte di energia, rinnovabile e pulita, come quella geotermica. E presto anche la scuola primaria che nascerà a Bustecca seguirà il suo esempio. Un modello virtuoso che i Comuni di Barberino e Tavarnelle hanno adottato e messo in atto per tutelare l’ambiente e soprattutto utilizzarne i vantaggi a favore della collettività. L’energia della terra alimenta gli impianti di riscaldamento o raffreddamento del centro culturale di via Mannucci, l’edificio all’avanguardia dove da meno di un anno trovano spazio la biblioteca e l’archivio storico, azzerando l’impatto ambientale, i consumi energetici e i costi di gestione. Caldo o freddo, a soli 100 metri di profondità, proprio sotto l’edificio della biblioteca, diffusi negli spazi del centro polivalente attraverso dieci pozzi ed un liquido speciale che li attraversa.
L’installazione, sostenuta con un investimento complessivo pari a 200mila euro, garantisce autonomia sul piano del riscaldamento. La portata innovativa e vantaggiosa dell’impianto sta nell’abbattimento dell’impatto ambientale e nella capacità di ridurre quasi a zero il consumo energetico e i costi di gestione. Non ci sarà infatti alcuna spesa, se non in misura ridotta, di metano, gas, gasolio, energia elettrica. La soluzione geotermica permette di utilizzare la temperatura dell’aria prelevata nel sottosuolo in modo da inserirla in circolo nel sistema di riscaldamento-raffreddamento.
A mettere in moto questa macchina del calore è il liquido che scorre all’interno dei pozzi. Una sostanza che acquisisce la temperatura sotterranea che di media è superiore a quella della superficie di 15 gradi. Il funzionamento del liquido è attivato da un sistema di pompe che entrano in funzione grazie al ricorso ad un’altra energia pulita: quella del sole prodotta dagli impianti fotovoltaici installati sulla copertura della biblioteca per una superficie complessiva pari a 80metri quadri.
L’edificio è stato interamente coibentato e i pannelli che lo rivestono assicurano quasi l’autosufficienza energetica. L’illuminazione interna è gestita da un sistema di domotica, dotato di sensori che provvedono ad accendersi e a spegnersi in presenza o meno degli utenti. Il congegno consente di regolare automaticamente anche l’intensità luminosa negli ambienti. Anche la nuova scuola primaria di Bustecca, il cui cantiere è prossimo all’apertura, sarà caratterizzata da un funzionamento sostenibile.
La struttura sarà dotata di un impianto di riscaldamento radiante a pavimento alimentato da sonde geotermiche e, sulla copertura, di batterie fotovoltaiche e pannelli solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria. Anche il lucernario contribuirà all’obiettivo di ridurre i consumi avvalendosi di celle fotovoltaiche incastonate sul vetro di copertura. Inoltre l’orientamento dell’edificio è stato studiato in modo da ottenere il massimo irraggiamento solare soprattutto nel periodo invernale, anche grazie ad un sistema frangisole, ed inibire quello del periodo estivo.
Sono previste grandi aperture a vetro e finestre per consentire l’illuminazione degli spazi con luce naturale.