di Pietro Ruschi, ordinario della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Pisa Nella mia qualità di Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Casa Buonarroti, non posso esimermi dall'esprimere il mio sconcerto per l'incredibile vicenda relativa alla "facciata" di San Lorenzo. Come già è stato ampiamente sottolineato da altri studiosi e dalla stessa Direttrice di Casa Buonarroti, Pina Ragionieri, l'idea di ricostruire la facciata michelangiolesca non solo appare priva di ogni fondamento scientifico e tecnico, dato che il modello (per non parlare dei disegni) è di fatto parziale, non dimensionato, assolutamente generico sul piano costruttivo; ma soprattutto si scontra in modo drammatico con gli stessi principi del restauro - la cui formulazione rappresenta uno dei vanti dell'Italia, come unanimemente riconosciuto a livello internazionale -, che da lungo tempo e tassativamente rifiutano simili aberranti operazioni.
È del tutto incredibile che tali principi, a cui hanno dedicato la loro vita studiosi come Giovannoni, Brandi, De Angelis d'Ossat, Sanpaolesi e numerosi altri (per non parlare di coloro che oggi si dedicano all'insegnamento di questa disciplina, fra i quali il sottoscritto) vengano artatamente ignorati da alcuni dei nostri Amministratori per portare avanti una proposta così culturalmente grossolana, di palese finalità turistica. Da sottolineare, poi, come le coincidenze citate da alcuni di loro con la realizzazione delle facciate ottocentesche di Santa Croce e del Duomo dimostrino una scarsissima conoscenza storica: esse, infatti, furono costruite non come copie, ma come architetture nuove, secondo lo stile allora dominante (il neogotico): se i nostri creativi Amministratori ne hanno il coraggio, diano incarico a un architetto contemporaneo di progettare una nuova facciata per San Lorenzo! Aggiungo, a titolo personale, che non è facile comprendere in quale veste essi avanzino una simile proposta riguardante San Lorenzo, in quanto, come noto, la basilica è di proprietà ecclesiastica (non comunale come, almeno in parte, Santa Croce, Santa Maria Novella, San Marco) e quindi l'unica competenza 'esterna' - che è quella della salvaguardia del monumento, a termini di legge - spetta soltanto e in toto alla competente Soprintendenza.
Poiché vedo che la questione non viene abbandonata, come sarebbe auspicabile, ma quotidianamente ripresa dallo stesso Sindaco di Firenze e, con mio sincero rammarico, perfino dal Presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Casa Buonarroti, questa nota intende sottolineare la mia completa dissociazione da tale iniziativa, al fine di salvaguardare la credibilità scientifica di una Istituzione come Casa Buonarroti che, custode tra l'altro della più grande raccolta al mondo di disegni di Michelangelo, svolge un vasto e riconosciuto ruolo culturale a livello internazionale.