Durante la conferenza stampa indetta per presentare la nuova stagione del Teatro della Pergola entrato a pieno titolo nella disponibilità del Comune di Firenze, il sindaco Matteo Renzi, che descrive l'operazione toccando anche il tema della pedonalizzazione che apre nuovi spazi e guarda alla riapertura del Niccolini, si è trovato a dover rispondere ad una inaspettata domanda da parte di una giornalista precaria che svolge anche il ruolo di maschera per il Teatro fiorentino.
Una di quelle 37 maschere che, da domani, resteranno a casa. "Ma perché recuperare e rilanciare la Pergola, mentre 37 maschere del Maggio vengono licenziate?" questa la frase che riecheggia nella Sala di cosimo I e Renzi appare indispettito. "E' una domanda o una affermazione? - ribatte il primo cittadino, ora presidente anche della Fondazione della Pergola oltre che del Maggio - Se è una domanda le rispondo altrimenti ha già detto la sua e possiamo finirla qui visto che stiamo parlando di altro" La giornalista/precaria incalza ed il sindaco chiede la parola: "Se si decide a stare zitta posso parlare anche io - prosegue - la situazione del Maggio è diversa, ci sono 27 milioni di debito che non ho fatto io ma che io ho trovato ed è una grande responsabilità quella di dovervi fare fronte.
Il Governo prima ci passava 21 milioni, adesso sono diventati 15 ed abbiamo approntato un piano che tocca vari aspetti. Tra questi oltre alle maschere, ci sono altri aspetti da limare, come ad esempio i laboratori (scenografici) che ci costano il doppio rispetto a quel che verrebbe un servizio esterno" "Ma gli stipendi dei vertici? Quelli non si toccano? - ancora la voce delle maschere presenti - la Colombo! La Colombo!" Renzi punta a chiudere la questione ed in sintesi spiega che esiste un piano che può essere letto punto per punto e che "arriva ovunque" lasciando ad intendere che possano essere toccati anche i vertici..
lasciando ad intendere, ma non lo conferma alle telecamere, riservandosi come chiosa "Tanto la cosa più grande sul maggio non ve l'ho detta" "Lasciare a casa i precari che svolgono compiti essenziali, tagliare i contratti integrativi, esternalizzare servizi e produzione, ridurre il periodo del festival: questa la miope ricetta della dirigenza del Maggio e sostenuta dal sindaco Renzi per affrontare il deficit strutturale della Fondazione. Un buco di bilancio che ammonta a circa 28 milioni di euro e che è aumentato di ben 8 milioni nel solo 2010, ovvero sotto la diretta responsabilità della sovrintendente Colombo che, ricordiamo, era stata scelta personalmente da Renzi come manager esperta in fund raising" così sono intervenuti sulla vicenda Ornella de Zordo e Tommaso Grassi. "Un fallimento comprovato che si aggiunge alla sua altrattanto dimostrata incapacità a trattare con il personale del Maggio.
Una decisione ingiusta innanzi tutto perché saranno lasciati a casa artisti, tecnici, sarte, personale di sala che da anni lavorano con passione per il teatro e hanno acquisito competenze specifiche di altissimo livello; una decisione inefficace perché è tutto da dimostrare che i servizi esternalizzati facciano davvero risparmiare. Di tagliare i superstipendi, a partire da quello della sovrintendente stessa cui vanno ben 200.000 euro l'anno (50.000 in più rispetto al suo predecessore), di ridurre gli sprechi e migliorare l'efficenza dei consumi invece non se ne parla.
E neppure di far fruttare di più le produzioni del Maggio, stabilizzando i costi di produzione, circuitando le rappresentazioni (opere, balletti, concerti), riprendendo la tradizione degli spettacoli per le scuole e trovando sinergie con altre realtà di produzione culturale del territorio. In sostanza, anziché contrarre l'attività si dovrebbe espanderla, anche in vista del nuovo teatro che si è voluto realizzare. Solo così si intravede un futuro per il Maggio e per la cultura tutta di questa città, mentre con i tagli annunciati si procede verso l'abbassamento della qualità e il declino culturale oltre che finanziario della Fondazione.
Qualcuno dovrà rispondere di queste scelte"