Anche la seconda tomba terranea individuata nell’area dell’ex convento di Sant’Orsola contiene uno scheletro intatto. Però, al momento, gli archeologi impegnati nella ricerca dei resti della Monna Lisa hanno potuto portare alla luce soltanto il teschio, perché il resto della sepoltura finisce direttamente sotto una lastra di cemento di spessore superiore ai 30 centimetri. È questa una delle novità che stanno emergendo nella fase finale della campagna di scavi avviata a Firenze, nell’ambito della ricerca sui resti mortali di Lisa Gherardini avviata dal Comitato Nazionale per la valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali, in collaborazione con la Provincia di Firenze e il lavoro della Sovrintendenza della Toscana. “Gran parte dei resti mortali contenuti in questa seconda tomba terranea – spiega Silvano Vinceti, responsabile del progetto – insistono su un’area della vecchia chiesa che inizialmente non aveva offerto riscontri positivi all’esame del georadar.
Il motivo è semplice: il radar aveva intravisto benissimo i volumi relativi alle sepolture in muratura costruiti sotto l’altare, probabilmente in epoca benedettina. Invece le tombe terranee, che probabilmente risalgono alla successiva epoca, ovvero quella delle monache francescane, sfuggono all’esame del georadar perché si tratta di corpi sepolti direttamente nella nuda terra”. “Tutto ciò – aggiunge Vinceti – rafforza la previsione che nella parte della chiesa vicino all’ingresso che è ancora coperta dal cemento, siano nascoste numerose tombe terranee.
A questo punto sarebbe indispensabile togliere quello strato di 38 centimetri di calcestruzzo, per verificare questa ipotesi”. In attesa delle future decisioni che saranno prese dalla Provincia di Firenze, proprietaria dell’immobile che ospitava l’ex convento, nei prossimi giorni si concluderà la prima fase di scavi che era stata programmata. Prima della conclusione dei lavori si esaminerà con cura il misterioso vano in muratura (non è una cripta, né un ossario) a cui si accede attraverso alcuni scalini, che è stato rinvenuto al centro della chiesa.
L’esame di questo ambiente ipogeo tenterà di chiarire i dubbi relativi alla presenza d una seconda cripta di cui non si trovano i resti, ma che è citata in alcuni documenti del 1600. Si tratta di una cripta descritta minuziosamente dalle monache francescane a proposito delle avvenute sepolture di quattro personaggi esterni al Convento, appartenenti a famiglie che avevano fatto lasciti, oppure aveva figlie monache, come ad esempio il caso di Lisa Gherardini del Giocondo, sepolta a Sant’Orsola dove la figlia Marietta aveva preso i voti francescani.
“Purtroppo – commenta Vinceti - manca il libro mastro del convento che riguarda gli anni compresi tra il 1530 al 1600, ovvero il periodo (1542) in cui venne sepolta Lisa Gherardini. Si ipotizza che al momento della morte Monna Lisa avesse un’età compresa tra i 59 e i 63 anni. Il risultato più importante della prima fase della campagna di scavi riguarda comunque il ritrovamento del primo scheletro intero rinvenuto nella prima tomba terranea: questi resti saranno confrontati con il dna che verrà estratto dei discendenti della Monna Lisa, ovvero i figli della Lisa Gherardini sepolti assieme al padre nella cappella di Famiglia, detta ‘Cappella dei Martiri’ che si trova nella chiesa della ss Annunziata a Firenze.