Il danno agli agricoltori è uno dei pochi dati certi di questa vicenda - spiegano dalla Cooperativa Legnaia gli esperti del settore - che subiscono incolpevolmente un calo sensibile delle vendite, in seguito ad una situazione gestita nel completo caos tra errori e dannose approssimazioni soprattutto a livello europeo. La Cooperativa si è fatta portavoce delle aziende orticole della provincia di Firenze, denunciando un allarme ingiustificato tra i cittadini, che ha invece portato solo ad un preoccupante picco negativo di consumi dei cetrioli in tutta la Toscana con gravi perdite economiche nel settore dell’ortofrutta locale. “Ci siamo recati stamani da agricoltori di un’azienda orticola fiorentina che serve la maggior parte dei mercati della zona – ha raccontato Antonio Lanzi, agronomo che segue i soci della Cooperativa Legnaia - e ci hanno riferito che, da quando è venuto fuori il caso del batterio “E.coli”, stanno perdendo ogni giorno dai 30 ai 35 quintali di prodotto: centinaia di casse di cetrioli vengono riposte nelle celle frigorifere, ma dopo qualche giorno devono essere gettate al macero.
Infatti delle 300 casse che mediamente venivano richieste dai rispettivi mercati locali, oggi ne richiedono a malapena 30. Ogni azienda, in questi giorni, arriva a perdere fino a 2.500 euro il giorno e questo è molto grave per l’economia agricola locale”. “I nostri prodotti sono a filiera corta – ha spiegato Simone Tofani responsabile tecnico della Cooperativa Legnaia – e sono quotidianamente controllati sul posto, proprio perché provengono da campi che si trovano nelle nostre zone.
Questa psicosi, provocata anche da una generale disinformazione, ha comportato una diffidenza nell’acquisto da parte dei cittadini di prodotti super controllati, e quindi un vertiginoso ribasso delle vendite del prodotto nel mercato locale dell’ ortofrutta fresca. Ricordiamo ai cittadini - concludono - di non farsi prendere da queste paure ingiustificate, perché basta semplicemente acquistare verdura a filiera corta e lavarla accuratamente, e anche il tanto temutissimo cetriolo potrà rimanere nei nostri piatti”.