di Nicola Novelli Direttore Responsabile di Nove da Firenze FIRENZE- La scelta di MTV, il network multinazionale della TV musicale, di ambientare a Firenze la nuova edizione di Jersey Shore, la fortunata serie televisiva rivolta ai giovani in stile “reality”, potrebbe essere una grande opportunità per il rilancio del turismo fiorentino. L'equivoco in cui è caduta la classe dirigente locale, che ha posto di fatto il veto all'uso dei principali monumenti della città quale set per ambientare le riprese, rischia di vanificare il potenziale promozionale che la diffusione globalizzata del programma TV avrebbe offerto gratuitamente alla nostra città. Ieri anche il Wall Street Journal ha raccontato in maniera molto obiettiva ai propri lettori, la classe imprenditoriale e finanziaria statunitense e internazionale, la vicenda.
“Con l'economia degli Stati Uniti meno dominante -scrive da Firenze Stacy Meichtry- i dirigenti fiorentini sono alla ricerca di modi per riposizionare Firenze e di attrarre ricchi visitatori provenienti dal Medio Oriente e Asia, che tradizionalmente hanno meno familiarità con la storia vantata della città. Il cast di Jersey Shore è fuori del nostro target, ha detto l'assessore alla Cultura Giuliano da Empoli: Di certo non li invitiamo a venire, e io non sono particolarmente onorato che loro siano qui.
Quando iniziarono ad arrivare le lettere in aprile dei produttori dello show per ottenere l'autorizzazione a filmare il cast nei giardini e musei di Firenze, i funzionari della città sono stati presi alla sprovvista. Molti non avevano mai visto lo spettacolo. Cristina Acidini, storico dell'arte e Sovrintendente dei principali musei, dice che lei e il suo staff hanno visionato episodi della serie per valutare se questo tipo di contenuti e di stile comunicativo fossero in armonia con set quali la Galleria degli Uffizi e l'Accademia, le case di Nascita di Venere di Botticelli e del David di Michelangelo.
La proposta non sembrava opportuna, ha detto la signora Acidini. Rispondendo a mezzo lettera, la signora Acidini ha respinto la richiesta, rilevando che il patrimonio culturale di Firenze non è compatibile con stile dello show. Renzi però non può impedire al cast la visita a Firenze. MTV prevede di continuare le risprese fino alla fine di giugno. Ma da Empoli conferma che a Jersey Shore, oltre a importanti musei, non sarà permesso girare all'interno di Palazzo Vecchio”. L'articolo è sicuramente stato letto nelle direzioni generali delle maggiori imprese multinazionali dello Show Business e dei Media USA.
Che cosa penseranno di Firenze i manager di Hollywood e i creativi dell'economia digitale di tutto il mondo? Jersey Shore è davvero così pernicioso come lo si dipinge nei corridoi degli Uffizi? Che cosa è Jersey Shore Jersey Shore è uno show in onda in USA da dicembre 2009 e trasmesso anche in Italia su MTV. È basato sulla storia di su otto giovani italian-american filmati nella loro trasferta estiva nel Jersey Shore (nella prima e terza edizione) e a Miami Beach (nella seconda).
La peculiarità è di descrivere in maniera ironica e irriverente lo stereotipo dell'italo-americano attraverso le caricature di ragazzi palestrati e mal-vestiti e ragazze appariscenti e “siliconate”. Il reality ha riscosso un grande successo in tutto il mondo. A inizio 2011 lo show è stato confermato per una quarta stagione, girata appunto a Firenze. Le riprese sono iniziate qualche settimana fa e andranno in onda negli States a fine anno. La terza stagione, dal debutto qualche settimana fa in America, ha già toccato nuovi record d'ascolto con picchi di 9 milioni di telespettatori. Come ha reagito Firenze Da qualche settimana gli otto protagonisti sono “al lavoro” come stagisti alla pizzeria “O’Vesuvio” in via Cimatori, tra piazza della Repubblica e piazza della Signoria.
Ma sono stati “invitati” a non avvicinarsi ai maggiori monumenti della città. La soprintendente al polo museale Cristina Acidini ha annunciato di aver rifiutato di autorizzare la registrazione delle puntate agli Uffizi, al Corridoio vasariano, a Boboli e in altri luoghi artistici della città. Davvero i direttori dei musei e gli amministratori pubblici hanno valutato l'impatto economico e culturale del reality prima di esprimersi? Il personaggio di Snooki, ad esempio, spopola a tal punto da aver raggiunto 1 milione e mezzo di followers su Twitter e ha dato il via alla giornata di contrattazioni di Wall Street suonando la tradizionale campanella.
E tutto il cast è entrato nell’immaginario giovanile gloabale tanto da incrementare il turismo nelle zone frequentate nelle precedenti edizioni. Firenze ospita, ogni anno, circa 9 mila studenti Usa. Sarebbe bastato intervistare alcuni di questi per scoprire che anche gli allievi di facoltà umanistiche delle migliori università statunitensi, possono svagarsi nel tempo libero guardando qualche puntata dei Guidos, senza per questo perdere il senso della cultura, o rovinare il loro cursus studiorum.
L'atteggiamento della classe dirigente fiorentina è un abbaglio. I protagonisti del reality non sono persone reali. Si tratta di attori statunitensi, alcuni nemmeno di origine italiana, che interpretano personaggi sulla base di canovacci scritti da sceneggiatori. Dunque non può trattarsi di autentici teppisti che danneggerebbero il patrimonio culturale. Per interdersi quando, alcuni anni fa, fu annunciato che Firenze sarebbe stato il set di uno degli episodi della saga cinematografica di Hannibal Lecter, il serial killer interpretato da Anthony Hopkins, nessuno ipotizzò che il personaggio, o l'attore, avrebbero potuto commettere qualche nefandezza in città, o squalificare l'immagine della nostra cultura.
Invece stavolta si è annunciato che i beniamini di milioni di giovani telespettatori in tutto non sarebbero stati graditi nei luoghi di Firenze più visitati dai turisti. Commettendo un secondo errore intellettuale: quello di credere che il pubblico che segue Jersey Shore assomigli ai suoi protagonisti. I personaggi sono assolutamente paradossali e per questo piacciono tanto ai ragazzi di tutto il mondo, che non necessariamente ricalcano il loro esempio. Anzi la serie è concepita proprio come la stigmatizzazione di queste caricature.
Ogni semestre arrivano migliaia di studenti USA. Molti di loro sono spettatori fedeli dei Guidos, ma non per questo rovineranno la loro carriera nei migliori campus statunitensi. Di questo sono consapevoli i lettori della versione on line di Wall Street Journal, che hanno commentato l'articolo di ieri. Scrive Danny Hoffert: “Possono sembrare grossolani e volgari, ma credo che sia proprio questo: uno show.
Sono intrattenitori. Il loro spettacolo non può essere divertente per me, o per voi, ma hanno evidentemente un grande pubblico, anche se non, a quanto pare, a Firenze”. E Patrick Sittner spiega: “Non generalizzate la gioventù americana come cattiva. Ho giovani nipoti che mi danno qualche speranza, dopo anni di questa trippa in televisione”. E una lettrice, che probabilmente lavora nello Showbiz precisa: “I produttori sono alla ricerca di una copertura mediatica e questi ragazzi sono obbligati a continuare ad agire in armonia con la loro reputazione e le loro buste paga”.
Ci sono naturalmente molti commenti di biasimo nei confronti della qualità del programma di MTV: i lettori di WSJ sono adulti maturi e socialmente integrati. Ma altre opinioni si abbattono senza mezzi termini sull'Italia contemporanea. Scrive Michael Priestley: “Firenze è una città di provincia in una nazione famosa per il suo terribile presidente, indietro per valori sociali e religione. Superare voi stessi, Fiorentini! La stessa nazione che non ha alcun concetto di giusto processo giudiziario e ancora, a quanto pare, norme di diritto feudale, si aspetta che la gente subisca semplicemente la soggezione di alcuni antichi edifici? Firenze, già che ci siamo, ha le poche cose buone da mostrare compiute diverse centinaia di anni fa.
Penso che sia molto più eloquente di qualsiasi altra cosa”. E conclude Janet Mcdonald: “Perché gli italiani dovrebbe spendere la minima attenzione su Snooki? Hanno già Berlusconi a fornire simili intrattenimenti".