Aeroporto è sinonimo di competitività e sviluppo, la variante al Pit non deve prevaricare la pianificazione territoriale attuale dei comuni interessati. Questo in sintesi quanto è emerso, questa mattina, dalle principali categorie economiche che sono state ascoltate nella seduta congiunta delle commissioni Territorio e Ambiente, presieduta da Vincenzo Ceccarelli (Pd) e Trasporti, presieduta da Fabrizio Mattei (Pd). Ancora un’audizione dedicata al tema dell’integrazione al Pit (Piano di indirizzo territoriale) su Parco Agricolo della Piana e riqualificazione dell’Aeroporto fiorentino di Peretola.
“Le categorie economiche hanno a cuore lo sviluppo e la qualificazione dell’area – ha riassunto il presidente Ceccarelli – e contemporaneamente esprimono preoccupazione per le possibili interferenze tra la variante al Pit e gli strumenti di pianificazione dei Comuni. Su questo – ha rassicurato il consigliere – ci tengo a dire che con Mattei abbiamo scritto al presidente Rossi per verificare che non ci siano eccessive invadenze ma collaborazione tra gli enti”. “E’ un’infrastruttura irrinunciabile se vogliamo che il nostro territorio continui ad essere un elemento di sviluppo”.
Parole chiare quelle di Vasco Galgani, presidente della Camera di Commercio di Firenze, che non lasciano dubbi “non entro nel merito se sia meglio la pista parallela, quella trasversale o l’allungamento ma nella sfida della globalizzazione è certo che la competitività del territorio si vince se lo si dota di infrastrutture”. Sulla stessa linea Gabriele Baccetti e Francesco Caracciolo di Confindustria Toscana e Firenze che hanno evidenziato la necessità di potenziare Peretola per il rilancio economico del settore produttivo. Opinione condivisa, a cui ha dato voce Riccardo Spagnoli, presidente Ance Firenze: “E’ necessario che la variante al Pit salvaguardi la pianificazione territoriale dei comuni dell’area”. Gli interventi di Fabio Mazzanti, Rete Impresa Prato e di Maurizio Magni, Unione Industriali Pratesi hanno ribadito la necessità di mantenere aree utili per le operazioni di ristrutturazione urbana e per l’eventuale espansione di fabbriche già esistenti sul territorio pratese “così da dare alle aziende – hanno detto - la possibilità di riorganizzarsi e aggregarsi”. Un richiamo a riconsiderare “la centralità del Parco della Piana e del termine agricolo, che lo caratterizzava e che nell’integrazione al Pit è scomparso”, è arrivato da Marco Falloni, Confederazione Italiana Agricoltori-Toscana, da Adolfo Moni, Legacoop e Roberto Maddè, Coldiretti.
“Salvaguardiamo quei 7mila ettari di territorio, non sacrifichiamo, per auspicati nuovi investimenti, la categoria degli agricoltori”. Antonio Chiappini, CNA Toscana, ha evidenziato alcuni elementi di incongruenza tra i risultati del processo partecipativo dell’iter e gli atti. Preoccupazione per la crescita del territorio e per la salvaguardia dell’ambiente è stata espressa da tutti i presenti.