Firenze - “Sorpresa, le strutture realizzate nel Cortile della Dogana per ospitare la mostra "L'Italia in Europa. L'Europa in Italia" occupano anche parte degli spazi che devono essere lasciati liberi come previsto dal “Piano di emergenza" di Palazzo Vecchio - in particolare per quanto riguarda il Cortile della Dogana e l'accesso dei mezzi di soccorso - licenziato nel novembre del 1999 e tutt'ora valido”. Lo hanno scoperto i consiglieri comunali Ornella De Zordo (Puc) e Tommaso Grassi (Spf) che, visto il pericolo potenziale per le numerose persone che anche in questi giorni affollano Palazzo Vecchio, hanno immediatamente interrogato il Sindaco su perché sia stata data autorizzazione al montaggio delle strutture in difformità a quanto previsto dal Piano di emergenza; su chi si sia assunto la responsabilità di validare un progetto in deroga alle norme di sicurezza, e se, soprattutto, siano stati valutati i rischi che tali scelte comportano per la sicurezza dei visitatori e dei lavoratori di Palazzo Vecchio. “Siamo stanchi di assistere alle azioni di chi invoca il rispetto della legalità per una semplice scritta su un muro e poi mette a potenziale rischio la vita delle persone che entrano a Palazzo Vecchio solo perché è necessario dare grande visibilità ad un'iniziativa.
Le regole devono valere sempre e per tutti, soprattutto quando si tratta di rispettare la normativa sulla sicurezza. Altrimenti si è demagogici quando si parla di legalità”, hanno detto i due consiglieri presentando l'interrogazione urgente. “E' vero che viviamo in un contesto in cui i delegati di Confindustria applaudono a scena aperta l’amministratore delegato della ThyssenKrupp, condannato a 16 anni e mezzo per omicidio volontario dei sette operai di Torino perché le norme sulla sicurezza non erano state rispettate" - hanno concluso.
"Ma il nuovismo dell'amministrazione Renzi anche in questa occasione risulta essere obsoleto. Garantire il rispetto delle norme di sicurezza è infatti una delle innovazioni di cui il nostro Paese in declino avrebbe più bisogno”.