La mostra, curata da Maurizio Scudiero ed Annamaria Ruta, intende documentare la nascita e l'evoluzione del movimento futurista fino agli anni '40. Balla, Boccioni, Severini Carrà Rosai Depero , Prampolini. Marasco sono i nomi di alcuni degli autori delle opere in mostra (ingresso gratuito, fino al 15 maggio). Si tratta di opere non di grande formato provenienti da collezioni private che documentano significativamente un arco cronologico di oltre trenta anni Accanto ai maestri riconosciuti del Futurismo, trovano spazio anche opere dei siciliani Vittorio Corona, Pippo Rizzo e Giulio D'Anna, fratello del Giacomo D'Anna fondatore della casa editrice, che per la prima volta, in occasione di questa mostra, edita un catalogo di arte. Con 'Futurismo e Futuristi a Firenze', inoltre, si inaugura negli spazi di via Romana l'attività' espositiva del laboratorio studio Najs degli architetti Claudio Cantella e Giovanni Fantappie'.
Gli organizzatori hanno sottolineato che la mostra contribuisce a riaffermare che il Futurismo ''dopo il Rinascimento, e' stato l'unico movimento interamente italiano ad avere risonanza e prestigio internazionali tanto che da esso mossero molte delle altre avanguardie del secolo''. Il primo incontro tra il futurismo e Firenze avvenne nel 1911 con una celebre rissa alle Giubbe Rosse tra i futuristi e i fiorentini della rivista La Voce. E da quella e rissa, paradossalmente, avvenne un ravvicinamento tra i due gruppi tanto da sfociare nel 1913 nella nascita del Futurismo toscano.
Gli intellettuali della “Voce” decisero, infatti, di fondare una rivista futurista, “Lacerba”.Papini, Soffici e i loro sodali compresero che il Futurismo era la migliore espressione dell'avanguardia sperimentale Attraverso “Lacerba”, il gruppo fiorentino compì un'opera di sprovincializzazione della cultura italiana, migliorando qualitativamente il movimento futurista e adattandolo alle loro esigenze e alle loro straordinarie intuizioni letterarie. La mostra “Futurismo e futuristi” che è accompagnata da un bel catalogo , ricco di documentazione e saggi critici, è un'occasione per ammirare una serie di bei quadri che documentano anche il cotè toscano del movimento, e ,forse, diviene spunto di riflessione sull'arte del Novecento a Firenze.
Riflettere sul futurismo fiorentino per riflettere anche sulla non esauriente collocazione museale del Novecento toscano, e anche e soprattutto sulla scarsa documentazione del secondo Novecento, ricco di importanti ricerche artistiche, non ancora adeguatamente e compiutamente studiate. Alessandro Lazzeri