Stamani alle 9,30 è stato depositato il primo dei tre esposti alla Procura della Repubblica di Grosseto a seguito dei gravi fatti verificatisi durante la presentazione delle liste elettorali nel Comune di Castiglione della Pescaia. Nell’esposto si richiede, tra l’altro, il sequestro dei fascicoli. “Gli altri esposti alla magistratura di Grosseto riguarderanno, anch’essi, manifeste irregolarità e falsità su alcune sottoscrizioni che riteniamo si siano verificati al momento della presentazione delle altre liste, come abbiamo verificato dopo aver chiesto l’accesso agli atti.
Si tratta di fatti gravissimi che la Procura di Grosseto dovrà prontamente accertare. Altrimenti è meglio disertare le urne e se la magistratura dovesse darci ragione, potremmo impugnare la proclamazione degli eletti - ribadisce Monica Faenzi. Contestualmente, stamani a Roma, è stato presentato un ricorso per revocazione, avverso la sentenza del Consiglio di Stato. “La democrazia è a rischio anche per colpa di alcune discutibili sentenze - dice Faenzi -. Un grossolano errore è avvenuto in sede di Consiglio di Stato.
Quello di ignorare l’elemento dei contrassegni sui moduli, che peraltro contraddice il giudizio del Tar di Firenze, in gergo tecnico si chiama “abbaglio dei sensi”. Il giallo dell’esclusione del Pdl scoppia lo scorso 17 aprile, quando la commissione elettorale esclude la lista di centrodestra “Per Castiglione” che candidava a sindaco Sandra Mainetti per “incompletezza dei cosiddetti atti separati”. In corsa restano solo due liste di centrosinistra, appoggiate da Pd e Udc e da Idv e sinistre. “Le liste sono state presentate venerdì 15 aprile, un giorno prima della naturale scadenza – dice ancora Faenzi - su sollecitazione del segretario comunale che aveva suggerito ai nostri rappresentanti di anticipare la consegna per far verificare la lista in Prefettura.
Cosa praticamente impossibile, visto che le liste dovevano arrivare sigillate. Il segretario comunale, con cui lavoro da otto anni, mi aveva rassicurato confortandomi anche sul fronte prefettizio, finché domenica non ho ricevuto la notizia dell’esclusione. In pratica la lista dei candidati non era stata “fascicolata”. Le firme erano state autenticate da un nostro consigliere comunale, era tutto ok. Lui avrebbe detto ai miei delegati che la lista l’avrebbe fascicolata lui. E invece, la busta non sigillata - secondo quello che mi hanno riferito - è arrivata precipitosamente in prefettura perfettamente chiusa.
C’è qualcosa che non mi torna. Non voglio parlare di malafede - aggiunge la Faenzi - ma di scarsa professionalità sì”.