Dopo aver studiato approfonditamente le motivazioni addotte ieri dal Consiglio di Stato che hanno portato al respingimento del ricorso presentato della lista di centrodestra “Per Castiglione” che vede come candidato a sindaco, Sandra Mainetti, esclusa dalle prossime elezioni amministrative, l’avvocato Luca Stanghellini ha preparato un ricorso per revocazione, avverso la sentenza del Consiglio di Stato, che verrà presentato lunedì e discusso entro la settimana. “Ritorniamo, dunque, in Consiglio di Stato – spiega Monica Faenzi -.
I giudici, infatti, hanno commesso un macroscopico errore, avendo ignorato l’elemento dei contrassegni sui moduli, contraddicendo, tra l’altro, il giudizio espresso dal Tar di Firenze. In gergo tecnico si chiama abbaglio dei sensi”. La giurisprudenza amministrativa afferma, infatti, che l'errore di fatto, idoneo a costituire il vizio revocatorio, deve consistere in un travisamento di fatto costitutivo di “quell’abbaglio dei sensi” che cade su un punto decisivo, ma non espressamente controverso della causa. Secondo un consolidato indirizzo giurisprudenziale, la falsa percezione da parte del giudice della realtà processuale che giustifica e rende ammissibile l’istanza di revocazione, deve consistere in una svista obiettivamente ed immediatamente rilevabile che abbia portato ad affermare l’esistenza di un fatto decisivo, incontestabilmente escluso dagli atti o dai documenti di causa, ovvero l’inesistenza di un fatto decisivo che dagli atti o documenti medesimi risulti invece positivamente accertato. L’errore di fatto che legittima il ricorso per revocazione è costituito da una falsa percezione degli atti e documenti di causa, ovverosia da una svista materiale che abbia indotto a supporre l’esistenza di un fatto la cui verità è incontestabilmente esclusa, oppure l’inesistenza di un fatto la cui verità risulta positivamente accertata.
Quello cioè che sarebbe accaduto anche nel caso della sentenza per la lista del centrodestra di Castiglione della Pescaia. “Questa è una notizia che naturalmente ci rincuora – dice ancora Faenzi -. A prescindere da questo, però, non abbandoneremo anche la strada degli esposti alla Procura, perché siamo sempre più convinti di essere stati vittime di un inganno da parte di persone che ritenevamo amiche. Abbiamo raccolto un numero considerevole di indizi che costituiscono prove a quello che affermiamo ormai da giorni”.