Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato Questo 17 marzo in numerose città d'Italia sono comparsi dei modesti cartelli decorati da una calla e da un cero funebre, recanti la scritta "L'Italia è morta". A collocare le insegne sono stati i giovani membri di un gruppo apolitico e lontano dai partiti. Sono i giovani appartenenti a quella generazione senza lavoro e senza futuro, di cui Stato e informazione si sono dimenticati; che sono stati diseredati dallo stesso sistema che li ha generati; che sono stati educati a credere alla favola di uno Stato che non esiste. Con questo gesto manifestiamo il nostro disgusto nei confronti delle cerimonie del 17 marzo, che al solito vengono condotte secondo una distorsione prospettica intenzionale, voluta dalle classi dirigenti per comodità di silenzio e per autocelebrazione.
A nostro avviso, uno Stato assente non ha da festeggiare che la perpetuazione della barbarie; e quanto alla retorica della tanto preziosa unificazione, essa non è faccenda che gli competa: non si può infatti predicare nulla di qualcosa che non esiste, nemmeno l'unità. Con questo comunicato ci rivolgiamo alla stampa per rivendicare la nostra azione, affinché non venga strumentalizzata da partiti, né ora né poi.