Fu “una vera e propria pulizia etnica verso i nostri connazionali”, della quale “per ragioni di realpolitik non si è parlato per decenni, fino al venire meno dei blocchi internazionali: il presidente della Jugoslavia, Tito, era infatti considerato un baluardo verso il regime dell’Est”. Così Alberto Monaci, presidente del Consiglio regionale, alla conferenza stampa di presentazione della seduta solenne del Giorno del ricordo, che si terrà giovedì 10 febbraio alle 11.30 nell’Aula consiliare di Palazzo Panciatichi.
Il presidente ha definito le foibe “una tragedia vera” oggi sottoposta “all’attenzione della comunità nazionale”. Le violenze che si abbatterono sui cittadini in massima parte italiani della Dalmazia, dell’Istria, di Trieste, fin dal ‘43, con l’inizio della guerra partigiana, furono “discusse da politici e storici ma non dalla gente comune”, ha detto Monaci. “Certe cose non devono più capitare, e sono contento di presiedere la seduta solenne; compito delle istituzioni è dire no alla violenza verso chicchessia, riaffermando le ragioni del confronto e del ragionamento politico e culturale”, ha aggiunto il presidente. Monaci ha dato lettura delle motivazioni indicate nella legge che ha istituito il Giorno del ricordo in memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata e delle vicende del confine orientale, sottolineando lo spirito delle manifestazioni: non di “rivalsa” e nemmeno di individuazione di responsabilità: semmai “la necessità di ripercorrere le ragioni di questa vicenda tragica per riflettere che ad ogni eccidio si risponde, prima o poi, con inaudita violenza”.