A un anno dal terribile terremoto che colpì Haiti lo scorso 12 gennaio 2010, l'ong toscana Oxfam traccia un bilancio con luci ed ombre sul processo di ricostruzione in corso nel paese caraibico. Nonostante il successo della risposta all’emergenza - resa possibile da donazioni eccezionalmente generose, anche delle Istituzioni e dei cittadini fiorentini e toscani - la ripresa nel lungo termine è a malapena iniziata. Un lavoro incessante, che nei giorni successivi al terremoto ha permesso a Oxfam Italia, di dare accoglienza e fornire acqua pulita e medicinali a circa 1600 sfollati.
Un risultato raggiunto grazie alla raccolta fondi sostenuta, tra gli altri, da Regione Toscana, Provincia di Firenze, Provincia e Comune di Arezzo, oltre che da moltissimi cittadini. Un lavoro continuato poi nei mesi successivi, con l'allestimento a Leogane, nei sobborghi di Port au Prince, sempre grazie al sostegno economico delle istituzioni fiorentine e toscane, di una struttura sanitaria da campo, che ha permesso di fornire assistenza medica generale e specialistica a oltre 10 mila persone. Lo sforzo comune nella gestione dell'emergenza umanitaria non cancella però oggi, il bisogno di guardare al futuro di un paese in cui il processo di ricostruzione è ancora bloccato. “Quasi un milione di persone vive ancora in tende o sotto teli di plastica, mentre centinaia di migliaia vivono nelle rovine della capitale e non sanno ancora quando potranno tornare a casa”, spiega Roland Van Hauwermeiren, direttore di Oxfam ad Haiti. Ad Haiti Oxfam conta nel complesso, su oltre 900 operatori, il 90% dei quali haitiani, e collabora con oltre 100 organizzazioni nella gestione di programmi per fornire acqua, servizi igienici, scorte alimentari, mezzi di sostentamento, protezione, attività di tipo psicosociale e sostegno all’agricoltura.
nella foto gli effetti devastanti di un terremoto