Gli strappi. Si può strappare una bandierina di netto, compreso il palo, lo puoi fare con un calcio isterico e allora sei un duro, ma dai modi poco sportivi. Oppure la puoi inclinare dolcemente, alzare l'altro braccio al pubblico e allora ti chiami Batistuta e riempi lo stadio di gente. Ma si può strappare di netto qualcosa che si è già logorato all'inverosimile che è sfilacciato in ogni centimentro? Il rapporto tra il Fenomeno Adrian Mutu e la Società viola era già oltre il break point, la 'carriera' fuori dal campo del fuoriclasse romeno era ben conosciuta all'ambiente e le ultime vicissitudini hanno confermato una tendenza negativa all'insubordinazione.
Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, è un fenomeno fisico. Il Fenomeno ad ogni azione rispondeva con le scuse, al mister, alla squadra ai tifosi. Ma poi era l'unico, in una situazione di estrenma emergenza e precaria stabilità sportiva a poter dare un contributo utile e per questo nei commenti dei tifosi, degli appassionati, dei lettori "Mutu è l'unico che ci può salvare" ma anche "Mandarlo via sarebbe un suicidio" per non parlare di "Non capisco chi mette in discussione Mutu, senza di lui possiamo dire addio alla Serie A".
Comprensibili, ma dettati dal bisogno. Se li prendessimo in esame tutti, ma proprio tutti quei commenti, non troveremmo delle giustificazioni sociali, morali, umane, ma solo necessità sportive "Ha sbagliato, però..." ed allora è anche colpa del sistema che con la sua precarietà lo ha tenuto sulla cresta dell'onda facendone il terminale di riferimento per tutte le speranze mal riposte. Sinisa Mihajlovic , che ha preferito la 'premiante' sosta soft senza carico di allenamenti, ritiri di richiamo preparazione o sfide tonificanti, al fine di recuperare gli acciaccati, si è detto deluso dalla piazza fiorentina "Una piazza solitamente calda che non ha reagito con forza al momento negativo della squadra" lo ha detto anche contro se stesso, lo ha precisato il tecnbico serbo che le ha provate tutte per imporre una mentalità vincente e si è trovato costretto a fare appello ad una reazione dei tifosi per svegliarsi dal torpore di un Campionato che non decolla. L'impressione è che avrebbe voluto imporre qualcosa di tosto come una corsa nel fango, ma quel "Dovevamo solo sperare che nessuno si facesse male.." la dice lunga. Tolti gli infortuni, le assenze pesanti, metti anche la sfortuna, a prescindere da tutto questo il mister viola ha parlato di "Gioco.
Solo con il bel gioco si porta la gente allo Stadio". Ottimo, vero. E con i punti. Ma la reazione della Società ai disagi interni creati da Mutu quale è stata? "Siamo vicini al calciatore.." è stato detto più volte ed i compagni di spogliatoio oggi sorpresi "Siamo con Adrian, può aiutarci molto..." se non addirittura arrivare a paradossali dichiarazioni nelle quali, forse per errore di valutazione, per culture diverse, per tutte le variabili del caso si è detto "Ha sbagliato, ma può capitare.
Quando per strada ti mancano di rispetto è difficile non rispondere" (Juan Manuel Vargas,ndr) in relazione alla rissa con l'ormai famoso cameriere. E' il sistema. Tutti ti aspettano in campo e ti finisce un frigorifero sulla gamba. Una cena di auguri non è cosa di tutti i giorni, ma gli impegni sono impegni. Se sai di essere il Numero 1, se tutti aspettano te, non è facile accontentarli tutti, o no? Alla vigilia della gara con il Bologna, in tempi ancora non sospetti, il doppio ex Daniele Carnasciali ai microfoni dell'emittente toscana Radio Rosa ha detto: "Serve qualcuno davanti, manca un attaccante.
Se non spendi non vinci. Per fare una squadra grande ci vuole un'ossatura forte e quella la fai durante il mercato comprando gli uomini giusti" Si riparte da Bologna, senza Mutu. Le vacanza invernali sono servite a recuperare Montolivo e Gilardino, ottimo inizio, ma non potranno contare solo su se stessi. Troppi poi i tavoli ancora aperti, i documenti in bianco da rivedere, contrattare, firmare. Il fronte degli scontenti è come una fisarmonica che non riesce a suonare, si allarga si stringe ma fa solo aria. In arrivo il portiere Neto, che non può sostituire certo Mutu, ed il centrocampista Behrami, idem anche se questo innesto potrebbe portare a nuovi moduli di gioco con altre pedine in discussione, vedi l'esterno peruviano non ancora recuperato. Mancava il sostituto di Gilardino, adesso quello di Mutu che lo era di Jovetic fino a che la pazienza avrebbe tenuto.
Sarà dura, come sempre. Ma occorre cambiare qualcosa sul campo, trovare una giusta mentalità che permetta di fare fuori tutte le variabili negative che pendono su questa squadra ancora ferma al palo. Vogliamo credere nel 'Progetto', dicono i tifosi, vogliamo credere nella Fiorentina. Si attendono dimostrazioni pratiche di stima reciproca. Antonio Lenoci