Firenze – E' in Europa che la Rari Nantes Florentia si esalta e dimentica le ultime prestazioni in campionato. Netta la vittoria sull'Oradea (parziali: 4-2; 4-3; 2-1; 1-1). Partono subito bene i fiorentini che riescono a siglare subito il primo vantaggio con Andrea Di Fulvio dopo appena un minuto di gioco sfruttando, al meglio, una superiorità numerica. Ma i campioni di Romania non ci stanno e Negrean trova un pallonetto insidioso che sorprende Minetti. Il pari dura pochissimi secondi perché nell'azione d'attacco seguente la Rari torna in vantaggio grazie a Bini e va a più due grazie a capitan Sottani.
L'Oradea non demorde e torna sotto grazie a Cretu ma sfruttando un'azione con l'uomo in più la Florentia va sul 4-2, e chiude il primo periodo, grazie a Boris Popovic. Il secondo periodo si apre con un batti e ribatti tra rumeni e toscani. Al gol di Negrean risponde Bini. A quello di Samuila ancora Sottani. A tre minuti dalla fine del tempo arriva però la rete di Radu (7-4). L'Oradea non sta a guardare. I giocatori allenati da Gordan Cornel tirano spesso dalla lunga distanza e riescono a trovare la rete con Diaconu prima di un nuovo gol in superiorità della Rari con Mandolini (8-5).
E Gobbi festeggia nel migliore dei modi la convocazione in nazionale per Italia-Grecia di World League con la rete numero 9 per i fiorentini ad inizio terzo tempo. Minetti sventa un paio di tiri pericolosi e Sottani segna la sua terza rete personale (10-5) ma i rumeni riescono a sfruttare un'azione con l'uomo in più e accorciano grazie a Chioveanu. L'ultimo periodo si apre con la seconda rete di Diaconu che, ancora una volta, sfrutta la superiorità numerica ma la Florentia è consapevole che deve segnare ancora per permettersi un agevole ritorno in Romani così stringe d'assedio la porta difesa da Barat.
E' Boris Popovic a siglare l'11-7 poi la stanchezza prende il sopravvento e nonostante tante emozioni finisce col trionfo della Rari che potrà giocare il 18 o 19 dicembre in Romania permettendosi anche di perdere ma con non più di tre gol di scarto. Simone Spadaro