Partecipazione massiccia in Toscana alla manifestazione "Porte chiuse, luci accese sulla cultura", promossa da Federculture e Anci in collaborazione con il FAI. All'iniziativa ha aderito ufficialmente anche la Regione e il Comune di Firenze. A Firenze venti minuti di chiusura al museo di Palazzo Vecchio. I consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi, insieme al consigliere del Pd Adamo Azzarello, con una domanda d'attualità, avevano richiamato l'attenzione della Provincia di Firenze sullo stato di agitazione e lo sciopero dei lavoratori delle biglietterie del Polo museale fiorentino.
Una vicenda complessa, sulla quale ha risposto in Consiglio provinciale l'assessore al Lavoro Elisa Simoni. A seguito della proclamazione dello sciopero per il 30 ottobre scorso, il Ministero dei Beni Culturali ha convocato le organizzazioni sindacali il 27 ottobre scorso e in quella sede ha dato garanzie per la piena occupazione dei lavoratori attualmente impegnati nei servizi aggiuntivi del Polo museale fiorentino (biglietteria, prenotazioni, book shop), soggetti a prossima assegnazione con gara d’appalto.
Dopo un confronto tra Soprintendenza e Ministero, relativa alle competenze, il Ministero si è di fatto accollato la responsabilità di inserire una clausola nei bandi di gara che tuteli professionalità e occupazione dei 250 lavoratori coinvolti. I sindacati affermano che lo sciopero è solo sospeso ma non annullato e se entro il 30 novembre non verranno effettivamente concretizzate le garanzie annunciate, la protesta riprenderà. E' nel frattempo giunta a Palazzo Medici Riccardi la richiesta delle organizzazioni sindacali di convocare il tavolo dell’Unità di crisi, congiuntamente a Regione e Provincia.
A breve quindi verrà convocato il tavolo. "Sulla situazione dei lavoratori del polo museale - ha commentato Calò - c’è stata anche un’audizione in Commissione Lavoro e abbiamo invitato la Sovrintendenza a trovare una soluzione, garantendo i posti di lavoro e il servizio fino a oggi fatto dai lavoratori del polo museale nel settore delle biglietterie, delle prenotazioni e del bookshop. Devo sottolineare il grande senso di responsabilità dei sindacati per aver atteso nel tempo le risposte che il Sovrintendente in qualche modo ha sempre cercato di non dare.
C’era una sorta di passaggio del cerino, del tutto inaccettabile, fatto sulla testa dei lavoratori e delle lavoratrici fra la Sovrintendenza e il Ministero". Sotto la pioggia, di fronte alle porte sbarrate di Villa Mimbelli, l'assessore comunale alla Cultura Mario Tredici e il vicepresidente della Provincia di Livorno Fausto Bonsignori, affiancati da molti rappresentanti di enti e istituzioni culturali di tutto il territorio livornese, hanno espresso la loro forte preoccupazione riguardo gli effetti dirompenti che la manovra finanziaria avrà sul settore cultura, già a partire dal prossimo anno.
Una forma di protesta inusuale, che il Comune e la Provincia di Livorno hanno adottato in adesione alla manifestazione nazionale indetta da Federculture "12 novembre 2010: porte chiuse, luci accese sulla cultura". Una manifestazione che ha visto, nella nostra città e in provincia, come in tutta Italia, molti luoghi di cultura e di spettacolo chiudere i battenti fermando le loro attività, o esponendo striscioni di protesta. A Livorno in particolare sono chiusi il Museo Civico "G.Fattori" e le sezioni bibliotecarie comunali, così come il Museo provinciale di Storia Naturale del Mediterraneo e alcune Fondazioni e Istituzioni culturali di tutto il territorio livornese.
Il Goldoni ha rimandato lo spettacolo in programma per questa sera, grazie alla disponibilità degli artisti, colpiti in prima persona dalla Finanziaria.