Rotti gli indugi, il Csa-Dipartimento Polizia Locale proclama nuovamente lo stato di agitazione del personale della Polizia Municipale del Comune di Firenze. “Ci vediamo costretti – dichiara Andrea Sedicini, responsabile del Csa di Firenze – a chiamare nuovamente la categoria alla mobilitazione, se i tentativi di conciliazione non andassero a buon fine. Troppi, infatti, sono gli accordi firmati con l'amministrazione comunale e da quest'ultima disattesi”. “Non è stata data nessuna risposta alla richiesta di apertura del tavolo delle trattative sull'articolazione del nuovo orario di lavoro, mentre invece – continua Sedicini – sempre più spesso l'amministrazione fiorentina dichiara di voler rivedere le indennità del salario accessorio, mettendo in allarme i lavoratori e le loro famiglie”. Ma non sono solo questi i punti a cui il sindacato si richiama per indire il proprio stato di agitazione.
Molte altre questioni rimangono aperte e numerosi sono i problemi insoluti riguardante il Corpo di Polizia Municipale del Comune di Firenze: dagli straordinari effettuati nei mesi di giugno e luglio non pagati, agli orari di lavoro modificati all'ultimo minuto e non ritirati nonostante la diffida del Csa, fino al mancato rispetto degli accordi, il persistere nell’atteggiamento da parte dell’amministrazione comunale di comunicazioni parziali, le mancate risposte da parte del Comando di Polizia Municipale, il clima organizzativo interno in generale e nei singoli reparti. “Assistiamo ad un notevole peggioramento delle condizioni lavorative degli operatori di Polizia Municipale – conclude Sedicini - mentre aumentano i servizi, gli orari, i compiti, le attività disagiate, di pari passo aumentano i mancati rispetti degli accordi sottoscritti tra le organizzazioni sindacali e l'amministrazione comunale in particolare al riguardo dell'Accordo sulla Sicurezza e al Contratto collettivo decentrato del biennio2008-2009.
Insomma mentre i lavoratori rispettano gli accordi, l'amministrazione non lo fa. Per i lavoratori la misura è colma, non aspetteremo un minuto di più per dare agli operatori le risposte che attendono oramai da troppi mesi. Se i due scioperi dei mesi scorsi non sono bastati, ci apprestiamo a nuove e intense forme di lotta qualora il tentativo di conciliazione non dovesse andare a buon fine”.