Le dimissioni di massa annunciate da preside, direttori di dipartimenti e presidenti di corso di laurea di Ingegneria sono una provocazione per difendere un luogo di cultura e formazione. Il Preside di Ingegneria, Prof. Stefano Manetti, grida ai tagli e alla fine dell'università. In relazione agli annunci odierni Tommaso Villa, Consigliere regionale PdL, e Niccolò Macallè, Presidente di Studenti per le Libertà Firenze ribattono: "Crediamo che il Magnifico Rettore Prof. Alberto Tesi debba intervenire immediatamente sul caso della facoltà di Ingegneria, che ultimamente sforna iniziative di propaganda quanto mai inopportune.
Un intervento rapido e chiaro, perché tacere adesso significherebbe favorire forme di protesta inutili e per niente costruttive. La riforma in corso di approvazione in Parlamento non danneggia nessuno né taglia alcun futuro. E' una riforma epocale che pone al centro lo studente e la meritocrazia. Introduce il concorso e l'abilitazione nazionale per i professori per mettere fine alle baronie. Pone un limite al mandato dei rettori e concede finanziamenti solo ad università virtuose. Sono novità intelligenti.
E l'introduzione dei contratti a termine per i ricercatori rinnovabili solo successivamente ha una ratio: si prevedono contratti a tempo determinato di 3 anni rinnovabili di altri 3. Al termine dei 6 anni, se il ricercatore sarà ritenuto valido dall’ateneo, sarà confermato a tempo indeterminato come associato. Gli assegni verranno rivisti, aumentando lo stipendio da 1300 a 2100 euro. E si abbasserà l’età minima per entrare in ruolo, da 36 a 30 anni".