Nel primo semestre del 2010 l’Italia ha esportato verso tutti i Paesi stranieri, materiali lapidei sia grezzi che variamente lavorati, per un totale di 2 milioni e 70 mila tonnellate per un valore di 744 milioni di euro. Lo rende noto l’Internazionale Marmi e Macchine Carrara che raccoglie ed elabora sistematicamente le statistiche di settore mettendo in evidenza che per i materiali di maggiore importanza e pregio che comprendono solo marmi, travertini e graniti sia grezzi che semilavorati e lavorati l’ammontare complessivo è inferiore perché passa a poco più di un milione e mezzo di tonnellate, per un valore di 712 milioni di euro con un aumento in valore del +7,6% e di un +16% in quantità esportate rispetto allo stesso periodo del 2009.
Il 2009 – rileva l’IMM - è stato uno dei peggiori della storia recente del settore e, se si confrontano le cifre con quelle dello stesso periodo del 2008, il settore è ancora lontano dal recupero delle quote e dei valori. Anche i valori medi dei prodotti esportati risentono dell’andamento dei mercati e delle variazioni di cambio dell’euro nei confronti del dollaro tanto che, per ogni tonnellata esportata (come chiariscono le prime cinque voci della tavola allegata), si registra un valore medio complessivo inferiore del -7% su base annua e del -11,8% rispetto al 2008. Al proposito è bene ricordare che la media annua del cambio è passata da 1,47 del 2008 a 1,22 dollari nel giugno 2010 e che il settore indirizza una parte consistente dell’export su mercati che quotano in dollari confrontandosi, oltretutto, con una concorrenza molto agguerrita di player emergenti.
Un periodo di sei mesi è abbastanza ampio per fornire indicazioni utili ma anche per influenzare i risultati di tutto l’anno e la tendenza che emerge sottolinea che le voci che hanno offerto migliori performaces nei primi mesi del 2010 sono state quelle relative all’export di grezzi (marmi, travertini e graniti) che hanno avuto un incremento sullo stesso periodo del 2009 di +29,5% sui volumi e +32,3% sui valori. Meno forte l’incremento dell’export per i “lavorati” in generale (marmo e granito insieme), che hanno fatto segnare un ben più modesto +5,7% sulle quantità e +2,8% sui valori.
Valutando i valori medi per tonnellata di esportato, si osserva una crescita più contenuta pari al +2,1% mentre per i prodotti lavorati emerge addirittura un calo del -2,8% e, rispetto al 2008, soltanto i grezzi continuano a mostrare un andamento positivo, mentre le altre voci scendono in area negativa. “Difficile individuare, in questa fase ancora molto confusa – afferma Giorgio Bianchini, il presidente di IMM - i motivi degli andamenti e stabilire se si tratta di un impoverimento qualitativo del mercato o se invece si tratta di un’ulteriore crescita di concorrenza, che costringe gli operatori italiani ad accettare margini di utile sempre più bassi, talvolta nulli.
Quello che si può affermare con certezza è che questa è una crisi dai molti volti ed è legata a diversi meccanismi e contesti geografici, non ultimo il fatto che le esportazioni italiane di marmi e graniti si devono confrontare con le crisi di mercati storici oltre che con una concorrenza sempre più aggressiva sui prezzi. Il comparto ha una struttura molto consolidata e tanto le singole aziende quanto i comprensori produttivi non possono cambiare, all’improvviso, mercati e partners per adeguarsi a standard di domanda differenti ed a concorrenti locali diversi.
Spesso - – conclude Bianchini – le politiche di prezzo rimangono l’ultima arma per continuare a presidiare un mercato importante, magari temporaneamente depresso per il quale però i tempi di ripartenza, e le caratteristiche che assumerà la domanda, sono imprevedibili”. Una valutazione più specifica sui singoli mercati mette in evidenza che quello dell’Unione Europea resta di primaria importanza con un saldo complessivamente attivo rispetto al primo semestre del 2009, sia per i valori che per le quantità.
Il marmo lavorato segna un andamento positivo, ed è soprattutto la Germania, assieme alla Francia e anche al Regno Unito, a sostenere la buona performance di questa voce. Migliorano anche Austria e Belgio sia pure su quantità e valori molto inferiori e anche per il granito lavorato si assiste ad un miglioramento, più sulle quantità che sui valori. Note negative, seppure di peso contenuto, emergono per l’Europa non comunitaria ed anche per l’Africa, per la prima volta dopo molto tempo con l’Africa del Nord che registra un leggero calo, pur mantenendosi ancora attiva sul primo semestre del 2008. Riflessione più complessa e articolata merita il mercato USA dove, rispetto al 2008, si registra un generale dimezzamento dei valori e delle quantità, con -51,8% sui volumi nel confronto dei rispettivi semestri di entrambi gli anni (passando da oltre 160 mila tonnellate del 2008, a 77 mila del 2010) e -47,4% sui valori, che passano da oltre 197 milioni di euro del 2008 a poco più di 103 milioni del primo semestre appena concluso.
Rispetto al 2009, invece, si registra un leggero miglioramento, ma solo relativamente ai graniti lavorati, che crescono sia in quantità che in valore però ancora molto lontani dagli anni precedenti. Il mercato immobiliare statunitense, fondamentale per l’export italiano, è ancora lontano del riprendersi dallo shock subito dopo la crisi dei sub-prime tanto che alcuni analisti parlano di cambiamento di mentalità, oltre che di usi, da parte dei consumatori e delle famiglie statunitensi, in termini così importanti da prefigurare quasi una svolta “epocale” nelle attitudini al risparmio e agli investimenti.
I numeri, comunque, invitano alla massima cautela nelle valutazioni e non sostengono davvero entusiasmi da ripresa. Nel mercato Sud Americano si è riavviato l’export soprattutto di marmi, ma non sono ancora recuperati né i volumi né i valori del 2008, mentre per il Medio Oriente i consuntivi sono in miglioramento sul 2009 per i volumi, ma non per i valori, con l’unica eccezione dei lavorati in marmo. Questi ultimi recuperano anche sul 2008 e anche sui valori medi, con Arabia Saudita ed Emirati a tirare l’intera area.
Continua a crescere, invece, l’area estremo orientale, sia sul 2009 sia sul 2008 e, anche se si tratta di una crescita non equamente distribuita su voci e Paesi, il risultato dell’areale è positivo e contribuisce positivamente al saldo complessivo delle nostre esportazioni. India, Cina, Indonesia, Singapore, Taiwan e Hong Kong sono i maggiori importatori delle nostre pietre, tutto incluso: sui marmi lavorati solo Hong Kong segna un modestissimo calo sui valori, mentre sui lavorati in granito il quadro è ovviamente molto più contenuto e i valori medi su tutti i Paesi dell’areale sono in forte ribasso. Le importazioni Le importazioni sono un indicatore utilissimo a capire le attese delle aziende, anche in presenza di forti incertezze per il mercato interno.
Nei primi sei mesi del 2009 si riscontra un andamento leggermente positivo degli afflussi di materiali che hanno fatto segnare un import pari a 824mila tonnellate per un valore di 94 milioni di euro per le voci più importanti con un aumento degli acquisti all’estero di marmi lavorati pari al +15% in quantità ed al 16% in valore, mentre rimangono sostanzialmente stabili gli acquisti di graniti in blocchi e lastre. Gli acquisti delle aziende italiane vedono in aumento i valori medi a dimostrazione di una crescente qualificazione dei materiali usati ma il raffronto con il 2008 continua a segnare una soglia complessivamente negativa, su tutte le voci più importanti. I principali fornitori di marmi e travertini rimangono Grecia, Spagna e soprattutto Portogallo, per l’Unione Europea, Turchia (in calo sui volumi) per l’Europa non comunitaria, seguiti dall’Iran in ascesa. Fra i fornitori di graniti la Spagna resta il miglior partner europeo, assieme alla Norvegia e alla Svizzera; fra i fornitori africani spiccano Sudafrica, Zimbabwe, Angola e Mozambico, mentre il Brasile e più ancora l’India dominano il mercato degli approvvigionamenti italiani.
Il Brasile fa registrare una crescita sia sui volumi sia sui valori, cosa che invece non riesce all’India, che pure mantiene il ruolo di primo fornitore per quantità, mentre la Cina resta un fornitore tutto sommato marginale di graniti grezzi ed è addirittura in calo sia sul 2009 che nel raffronto con il 2008.