Non sarebbe stata eseguita, almeno stando a fonti ufficiali, la sentenza di ulteriori 99 frustate nei confronti di Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana condannata alla lapidazione. “La sospensione della sentenza di lapidazione per Sakineh Mohammadi Ashtiani è una bella notizia. Adesso, però, non bisogna abbassare la guardia. Dobbiamo fare in modo che alla sospensione segua una revisione definitiva della sentenza”. Lo ha detto il sindaco Matteo Renzi dopo aver appreso la notizia della sospensione della pena alla lapidazione di Sakineh Mohammadi Ashtiani, accusata di adulterio. Il Comune di Firenze è stato il primo ente a esporre, il 25 agosto scorso, un grande striscione con la foto della donna iraniana e la scritta "Save Sakineh".
Lo striscione è appeso al terrazzo di Palazzo Vecchio, dal lato di piazza Signoria. “La sospensione della pena capitale per Sakineh Mohammad Ashtian è una notizia positiva che aumenta la nostra speranza di fermare un atto di barbarie”. Andrea Barducci, presidente della Provincia di Firenze, commenta così le parole del portavoce del ministero degli esteri iraniano, secondo il quale "Il verdetto... é stato fermato ed è sotto revisione". “La Provincia di Firenze, che da tempo ha preso iniziative per fermare la lapidazione di Sakineh - ha detto Barducci – registra con soddisfazione i primi effetti positivi provocati dalla grande mobilitazione delle coscienze che è avvenuta a livello internazionale per dire no ad un atto che offende la dignità e la sensibilità di tutti”.
“Dobbiamo continuare a far sentire la nostra voce – ha poi aggiunto il presidente della Provincia di Firenze - per salvare non solo la vita di Sakineh Mohammad Ashtian, ma anche quella di tutte le altre persone che rischiano la pena capitale anche in paesi diversi dall’Iran”. ”Una prima risposta alla domanda di civiltà giunta da tutto il mondo a riprova di quanto sia importante tenere alta la bandiera dei diritti umani”. Così Riccardo Nencini, assessore regionale ai rapprti istituzionali, commenta le prime notizie sulla sospensione della pena alla lapidazione di Sakineh.
“Importante che un verdetto così crudele sia stato sospeso e che i sassi siano caduti dalle mani dei boia, ma adesso le autorità iraniane vadano avanti e dicano un no totale alla pena di morte” Riccardo Nencini ricorre a una doppia valutazione religiosa: “Da laico, ho in mente la sconfitta dei farisei che, volendo lapidare un'adultera, finirono per far cadere i sassi quando Cristo pose la famosa domanda. Sempre da laico ricordo la non piccola circostanza che nel Corano, come bene detto dal premi Nobel, non esistono giustificazioni per la lapidazione”.
“Del tutto inqualificabile il ricorso alla lapidazione – precisa Nencini – ma altrettanto improponibile una qualunque condanna a morte. E' giusto sottolinearlo anche dalla Toscana, terra che sul contrasto alla pena di morte vanta un primato da non affidare solo alle rievocazioni storiche ma da sventolare di continuo, e ovunque, quando qualcuno si ostini a pensare che questo sia un deterrente giusto per fare giustizia”.