Ormai c’è un filo rosso, che va dal nord al sud, in difesa delle Comubità montane. Il filo è nelle mani della Cgil, che ha capito l’importanza di questi enti e li difende da chi vorrebbe farli sparire. In Lombardia ha trovato il plauso anche della Lega Nord, con una dichiarazione specifica di Umberto Bossi. In Toscana fa registrare una dichiarazione molto forte del segretario regionale che condivide l’azione costante di informazione che l’Uncem, col suo presidente Oreste Giurlani, sta facendo ormai da due mesi con un tour che ha coinvolto non solo i dirigenti degli enti, ma anche politici locali, sindacalisti, organizzazioni di categoria, cittadini. La presa di posizione della Cgil regionale è un segnale forte di cui il Governo nazionale e quello regionale toscano ne dovranno tenere conto. "Certo, la riorganizzazione sarà complessa - dice Giurlani - ma questo non ci spaventa perchè siamo convinti di essere nel giusto nel difendere i valori della montagna e le popolazioni che in essa vivono". In Umbria la Cgil dichiara che “la misura è colma” e si deve trovare una soluzione concreta per la sopravvivenza degli enti, Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil dell'Umbria tornano a chiedere con forza l'immediata convocazione delle parti per affrontare il problema Comunità montane in maniera seria e “legittima”.
“Vista la totale insostenibilità della situazione – aggiungono i sindacati – la mobilitazione sarà la normale conseguenza di questo stato di cose e della montante preoccupazione di centinaia di lavoratori della Comunità Montane dell'Umbria”. Dalla Cgil arriva un grido d’allarme per le Comunità montane arriva anche dalla Calabria. "Come è noto la Legge finanziaria per l’anno 2010, ha cessato tutti i finanziamenti alle comunità montane, decretando la paralisi degli enti che non sono più in grado di svolgere nessuna funzione, trasferendo così alle Regioni, l’onere di sostenerne i costi.
Il finanziamento di 4 milioni di euro deliberato dal consiglio regionale uscente - scrive la Cgil - serve al pagamento dei primi tre mesi del 2010. La nuova giunta regionale non ha espresso alcuna posizione precisa e non ha, almeno finora, programmato nessuna iniziativa politica/istituzionale per assicurare il restante finanziamento occorrente al pagamento degli stipendi per tutto l’anno, né per la futura nuova "governance" della montagna e della collina calabrese, tranne qualche dichiarazione del sottosegretario alle riforme di mera rassicurazione sulla sorta dei lavoratori.
Dato atto che nella regione esistono da diversi decenni le Comunità Montane che hanno maturato esperienze con sedi proprie in cui sono presenti oltre a professionalità specifiche, strutture e strumenti. Il coordinamento affinché i dipendenti delle comunità montane possono essere messi nelle condizioni di essere produttivi propone il mantenimento delle Comunità Montane come istituzioni in grado di contribuire alla risoluzione dei problemi delle zone interne". Intanto in Umbria è nato un fronte comune Uncem-sindacato per elaborare un documento comune da sottoporre poi alla Regione, alla quale si chiede urgentemente un incontro per analizzare nel dettaglio la situazione e le prospettive per le comunità montane dell'Umbria. "Da parte nostra - ha affermato Sara Palazzoli, della Flai Cgil dell'Umbria - c'è la massima chiarezza: noi difendiamo le comunità montane, a prescindere da come le si vorrà chiamare in futuro, e soprattutto difendiamo i lavoratori e la loro competenza nella cura e nella salvaguardia di quel bene preziosissimo che è il nostro territorio montano". "Questi sono lavoratori veri, che servono all'Umbria - ha aggiunto Mario Bravi, segretario generale della Cgil dell'Umbria - per tutelare e valorizzare il suo territorio montano, elemento fondamentale dell'identità della nostra regione; l'assemblea di ieri ha posto una serie di questioni importanti che la Cgil intende portare avanti nel confronto con le altre organizzazioni sindacali e con le istituzioni.
Difatti - ha concluso Bravi - la difesa e la valorizzazione del ruolo di questi lavoratori sarà uno dei primi punti del Piano per il lavoro che la Cgil dell'Umbria sta elaborando".