Nelle ultime ore si è ulteriormente aggravata la situazione che interessa il lato dell'Arno confinante con le vie Piemonte, Molise e Sicilia nei pressi della via Pistoiese. I detriti, gli scarti dei cantieri che hanno interessato ed interessano il corso del fiume Mugnone e che da tempo trovano posto sulle collinette che confinano con il parco pubblico confinante con le Ferrovie, hanno mostrato fin dall'inizio, fin dalle prime immagini divulgate dai cittadini della zona, di non tenere sotto la pioggia, di non garantire una condizione adeguata di salubrità dei luoghi, essendosi riversate più volte fin sulla strada, sotto i veicoli in sosta ed arrivando alle abitazioni come ci ha spiegato oggi Lido Ballati del Comitato di via Piemonte. "Dopo le piogge cadute anche in questi giorni - ci ha raccontato il cittadino - la muraglia di terra, alta tre metri e mezzo, non ha tenuto, si è aperta una voragine dalla quale sta fuoriuscendo dell'acqua, la situazione è inaccettabile e la continuiamo a vivere nel silenzio generale delle istituzioni.
Le paratie di cemento armato - ha sottolineato - non sono servite ad arginare un bel nulla, ma bensì hanno appesantito la già precaria struttura composta di materiali non ben specificati" L'Amministrazione ha approvato in Giunta il progetto di Rfi per la realizzazione, a sue spese, di un giardino pubblico nel terreno adiacente all’area utilizzata per il materiale di riporto dell’intervento del Mugnone, terreno di proprietà delle Ferrovie concesso in comodato gratuito all’Amministrazione: "Non ce ne facciamo nulla - ha risposto il portavoce dei residenti della zona - visto che c'era anche una ciclabile in terra battuta, costata probabilmente diversi soldi e che ora si trova interessata da questo scempio" "Ho visto anche dei sanitari abbandonati vicino al Cimitero - ha aggiunto - a dimostrazione del degrado presente in questo luogo, non è con la promessa del giardino che si recupera la situazione, né con l'edera finta che si compra all'Ikea che forse han previsto per la copertura delle lastre di cemento che si può dare la parvenza di parco a quest'area dove prima sorgevano degli orti" In Aprile le prime manovre dell'Amministrazione relative allo stato dei luoghi; in via Piemonte si era venuta a creare una barriera di materiale derivato dai lavori di messa in ripristino del Mugnone ed i cittadini lamentavano la presenza della neo discarica in un luogo inadatto, destinato ad altro, ad alta densità abitativa. Il dibattito in Consiglio comunale ha avuto luogo a seguito della visione degli atti che i cittadini stessi avevano avuto premura di inviare alla Commissione Ambiente del Comune “I documenti, alcuni della stessa ARPAT, e il materiale fotografico presentati alla Commissione evidenziano la ragionevolezza di ulteriori accertamenti al fine di scongiurare ogni dubbio relativo alla contaminazione chimica e batteriologica, di qualsiasi tipo, delle terre adiacenti a via Piemonte e sulle quali dovrà essere realizzato un intervento che adibirà la zona a verde pubblico" questo dichiaravano i consiglieri comunali del PDL. Dopo la partecipazione dei Comitati alla Commissione congiunta tra Ambiente e Qualità Urbana, in occasione della quale sono state puntualmente ripercorse le tappe della vicenda della ‘discarica abusiva’ nell’area ferroviaria di Peretola dove tonnellate di materiale di incerta provenienza sono state scaricate alterando l'equilibrio urbanistico dell'area i consiglieri comunali Ornella De Zordo (perUnaltracittà) e Tommaso Grassi.
(Spini per Firenze) dichiaravano: “Abbiamo ritenuto corretto al termine della presentazione far esprimere le commissioni in merito, nell’ottica della salvaguardia dell’ambiente e della tutela della salute dei cittadini, presentando un documento in cui si auspicava una sospensione dell’iter del progetto di ripristino dell’area ferroviaria fino a quando non fossero state date delle risposte chiare dagli assessori e dagli uffici competenti, agli interrogativi, alle presunte irregolarità sollevate dal Comitato, sulle quali peraltro sta indagando la Procura, e chiedendo che fosse avviata una campagna di analisi, non solo chimiche, sulla totalità della terra di scavo deposta su via Piemonte e via Molise da RFI”. “Ricordo che la commissione da me presieduta - spiegava ad aprile Fittante, presidente della Commissione Decoro - ha già fatto un sopralluogo in via Piemonte predisponendo i lavori della Commissione stessa con l’audizione del Comitato proprio per venire incontro ai cittadini della zona, e per cercare di dare loro una risposta seria.
E’ indubbio che l’amministrazione comunale deve fare la sua parte esercitando tutti i controlli necessari e opportuni con rigore e determinazione e richiamando anche le F.S. alle proprie responsabilità nella correttezza dei procedimenti e dei lavori che stanno effettuando – aggiungeva Fittante - faremo il massimo per salvaguardare la qualità e la salute dei cittadini e del territorio" Successivamente è intervenuto sulla vicenda lo stesso Assessore Massimo Mattei dichiarando che: "L’ulteriore indagine commissionata dal Comune non ha evidenziato contaminazioni, la situazione è assolutamente sotto controllo: il terreno riportato da Rfi in via Piemonte non contiene materiali non conformi a quanto previsto dalle normative, come evidenziato da una ulteriore analisi commissionata dal Comune.
Rfi realizzerà, su richiesta dell’Amministrazione, un giardino adiacente all’area utilizzata per depositare il materiale scavato dall’alveo del torrente Mugnone e già destinata a sedime ferroviario" L’area in via Piemonte usata per il terreno di riporto è di proprietà di Rfi, classificata come sedime ferroviario, in passato a lungo vuota e utilizzata dai cittadini per orti. Il terreno compreso tra la pista ciclabile e il nuovo rilevato ferroviario, dove sorgerà il giardino, è sempre di Rfi ma con destinazione a verde pubblico. Nel corso delle analisi svolte da Arpat, è emersa la presenza di materiali non conformi a quanto prevede la normativa in materia di riutilizzo delle terre da riporto, si trattava soprattutto di materiali con resti di demolizioni e sporadici pezzi di lamiera, che potrebbero provenire sia dall’abbattimento delle baracche che sorgevano in precedenza nell’area oppure direttamente dall’alveo del torrente Mugnone. L’impresa è stata multata, sono state emesse prescrizioni per la rimozione di questi rifiuti diversi dalle terre e dalle rocce di scavo, e il loro conferimento in discarica.
"Sull’area è stato attivato un monitoraggio continuo - ha fatto sapere il Comune per voce dell'ing Parenti -che è culminato in una ulteriore analisi, commissionata dal Comune, ed effettuata a fine gennaio. Sono stati eseguiti prelievi sia nell’area del rilevato ferroviario che nel terreno dove sorgerà il giardino: in entrambi i casi non sono emersi superamenti dei limiti previsti per un’area a destinazione d’uso verde pubblico, privato e residenziale. Rfi ha elaborato il progetto di sistemazione a verde di questo terreno che si integra perfettamente con le opere di piantumazione, arredo e integrazione già previste in un’area di via Piemonte e via del Camposanto, attualmente in corso di realizzazione” Ma nonostante le rassicurazioni i cittadini non ci stanno: "Non basta coprire tutto con gli alberelli - fanno sapere dal Comitato che invita nuovamente l'Amministrazione a recarsi sul posto - qui c'era un canale di scolo che contribuiva ad arginare l'acqua proveniente dall'insediamento ferroviario interrompendone il deflusso verso le abitazioni, adesso abbiamo il lago sotto casa a causa di queste montagnole fatte di sabbia che non trattiene nulla, che si sgretola, si apre e viene giù ad ogni goccia di pioggia.
Come lo vediamo noi - ha concluso il portavoce - lo possono vedere tutti, siamo abbandonati ai fatti, con tante promesse, ma la gravità della situazione è più che evidente ed occorre porvi rimedio quanto prima" AL in foto uno degli ultimi smottamenti del terrapieno