Nella Toscana dei porti ed interporti, che lavora per sviluppare il progetto della piattaforma logistica costiera, in cui la movimentazione delle merci e la manutenzione e la sicurezza del trasporto ferroviario assumono un ruolo prioritario, c'è forte preoccupazione per la riorganizzazione silenziosa che Trenitalia sta attuando nel comparto Cargo e merci a livello nazionale. Il progetto dell'azienda di trasporto ferroviario prevede, infatti, lo spostamento della manutenzione di carri e locomotori in un unico centro a Verona, con lo scopo di ridurre i costi e garantire l'efficienza del servizio.
Per questo, l'assessore alle infrastrutture e mobilità della Regione Toscana, Luca Ceccobao, ha incontrato nei giorni scorsi Trenitalia per chiedere risposte e spiegazioni rispetto ad una prospettiva che rischia di colpire pesantemente il territorio regionale. In Toscana, in fatti, sono numerosi gli scali merci attivi: Arezzo, Castellina, Diecimo-Pescaglia, Empoli, Fiorentina-Piombino, Livorno Calambrone, Lucca, Massa zona industriale, Piombino binari Portovecchio, Pisa San Rossore, Porcari, Prato Centrale, Rosignano, San Giovanni Valdarno, Scarlino, Siena.
"Siamo preoccupati per le azioni che sta conducendo Cargo Trenitalia in Toscana", ha commentato l’assessore Ceccobao. "Siamo a fianco dei territori nel richiedere attenzione, delucidazioni, risposte. Gli interporti e gli scali merci sono per noi infrastrutture essenziali per lo sviluppo della logistica e del trasporto intermodale ferro/gomma ed il trasporto ferroviario di merci può vantare il più alto valore in termini di compatibilità ambientale. Non possiamo permettere che siano penalizzati per logiche puramente aziendali.
Dobbiamo capire quanta possibilità di sviluppo c'è, nel trasporto ferroviario, per la movimentazione delle merci e verificare se riusciamo a risolvere i problemi di velocizzazione che ancora oggi non permettono ai nostri porti di essere competitivi al 100%". Il piano che Trenitalia sta attuando porterà all'annullamento della presenza di manutenzione in Toscana, con la conseguente chiusura anche degli uffici commerciali, la perdita di posti di lavoro ed una forte limitazione allo sviluppo del comparto merci e quindi una rimessa in discussione del progetto.
In questo contesto risulta particolarmente colpito il territorio livornese, dove ci sono molte localizzazioni di reparti Cargo per la Toscana. "A Livorno – ha commentato l'assessore provinciale ai trasporti Piero Nocchi – è stimata una perdita di 200 posti di lavoro, ed anche se non ci saranno licenziamenti lo spostamento di manodopera provocherà un evidente impoverimento per il territorio. Le ricadute si avranno, oltre che sul versante occupazionale, anche nella perdita di capacità immediata di intervento di fronte a guasti e necessità di manutenzione dei sistemi di trasporto e delle strutture.
Questo chiaramente si ripercuoterà anche sul porto, sulla sua economia, sugli interporti. Ferrovie oggi non ha interesse ad investire in questo comparto e questo è chiaro; non sono ancora state realizzate infrastrutture di collegamento che permettano la velocizzazione e concorrenzialità dei servizi. Ma quello che sta avvenendo con Cargo fuga ogni dubbio. Vogliamo – ha concluso Nocchi – un confronto serio e di merito con Trenitalia, che non può trincerarsi dietro all'obiettivo del risanamento dell'azienda.
Il territorio deve essere coinvolto". Un appello a cui si è recentemente unita anche l'onorevole Silvia Velo, promotrice di una mozione che sollecita il Governo a definire un’adeguata politica dei trasporti, rilanciando le priorità del trasporto ferroviario in conseguenza degli eviden ti vantaggi che registra in termini di impatto ambientale, sicurezza ed economicità complessiva per gli utenti e per il Paese. di Francesca Calonaci