Etichetta obbligatoria per scarpe, borse e abiti prodotti nel Belpaese. Lo prevede la legge 55 dell'aprile scorso che stabilisce un nuovo sistema di etichettatura e di impiego della dicitura "made in Italy" per i prodotti del tessile, della pelletteria e del calzaturiero in modo che il consumatore sappia sempre con certezza dove è stato fatto l'articolo che vuole acquistare. La norma sarà operativa dal primo ottobre 2010 per consentire all'Unione Europea di pronunciarsi al riguardo, così le nostre imprese hanno qualche mese di tempo per adeguarsi alle nuove regole.
Ecco allora la necessità di capire cosa cambierà e come per le tante aziende del manifatturiero toscano, visto che il recente provvedimento introduce una serie di importanti innovazioni a difesa dei prodotti nazionali, garantendo la tracciabilità, il consumatore e l'immagine dell'articolo italiano, sinonimo nel mondo di qualità. La novità principale: l'indicazione "made in Italy" potrà essere utilizzata solo se almeno due fasi di lavorazione avvengono nel nostro Paese e dovrà evidenziare il luogo di ciascun passaggio produttivo.
Pesanti le sanzioni con la confisca della merce e multe che, nei casi più gravi, potranno arrivare a 150mila euro. Se le violazione saranno ripetute sono previste addirittura la reclusione e la sospensione dell'attività di impresa fino a un anno. Nel convegno di oggi, "La disciplina nazionale e comunitaria sul made in e l'origine delle merci", che apre un ciclo di incontri promosso da Prefettura, Osservatorio anticontraffazione della Camera di Commercio e Agenzia delle Dogane, gli esperti faranno il punto della situazione in attesa di entrare nel vivo della fase operativa con i prossimi appuntamenti in programma per ottobre e novembre. "Le nuove norme rappresentano uno scudo alla capacità di iniziativa e innovazione del nostro settore artigianale e industriale, specialmente in Toscana, terra che ha sempre portato nel mondo le sue straordinarie eccellenze" scrive il prefetto Andrea De Martino nel suo intervento.
"Su questo fronte l'impegno delle amministrazioni pubbliche coinvolte continuerà ad essere incisivo, ma dovrà essere affiancato anche dalla collaborazione del consumatore che, con scelte giuste e responsabili nei suoi acquisti, senza cedere ai falsi, può contribuire davvero a promuovere il made in Italy. Le forze di polizia dal canto loro - aggiunge il prefetto - proseguiranno l'opera di contrasto alla contraffazione che in Toscana negli ultimi cinque anni ha portato a una crescita significativa dei beni sequestrati, passati dai 590mila del 2005 agli oltre 12 milioni del 2009". Intervengono all'incontro di oggi Gerri Martinuzzi (Camera di Commercio), Ulisse Vivarelli (consigliere dell'Istituto di Centromarca per la lotta alla contraffazione), Gianfranco Brosco (direttore regionale Agenzia delle Dogane per la Toscana), Aurelio Cianfrone (Ufficio Audit interno Agenzia delle Dogane), Gloria Bartoletti (Prefettura di Firenze) e Flavio Urbani (Guardia di Finanza).
Modera l'avvocato Aldo Fittante. (sl) La foto, a puro titolo di corredo, è tratta dall'album di Matteo_Dudek su Flickr.