Una lettera aperta inviata ai sindaci di Firenze e Sesto Fiorentino, al presidente di Ataf e agli organi d'informazione per richiamare l'attenzione sulla viabilità che porta al Polo Scientifico di Sesto.
Gentili Sindaci, nonostante tutte le parole spese in difesa dell’ecologia e della vivibilità, i manifesti elettorali, le interviste ai media, qui siamo sempre al palo. Qui sta per la città di Firenze, ma anche per tutta la piana di cui tanto si parla ed in particolare per quel limbo che è il Polo Scientifico/Area della ricerca di Sesto Fiorentino.Nella foto, la barriera di cemento spostata, accanto alla quale, a sinistra nelle foto, non c’è più lo spazio per passare (né per i pedoni né per i ciclisti).La qualità della vita di chi ci lavora dovrebbe stare a cuore a tutti perché pur sempre di università e CNR si tratta, con le sue centinaia di studenti, ricercatori e lavoratori vari che giornalmente vi si recano. Nessuno di voi ha mai però affrontato in modo serio il problema e lo scaricabarile è stato finora l’unico modo di agire nei nostri confronti. La viabilità fra Firenze e Sesto è pessima e qualsiasi collegamento registra dei tempi di percorrenza degni di posti lontani centinaia e non una decina di chilometri.
I problemi esistono su tutti i fronti: sia per chi si sposta in auto, che deve andare a percorrere una delle direttrici più intasate della città, sia per chi si sposta con i mezzi pubblici o tenta, il temerario, di farlo in bicicletta. Le difficoltà sono sempre le stesse, da sempre: per chi usa l’auto, oltre ai problemi generali di traffico (di cui non si vuole parlare qui), ci sono itinerari assurdi, con svincoli autostradali per strade dove si va, se va bene, a 50 km/h, rotonde senza accesso per l’area del Polo scientifico, un’unica uscita (in pratica) dal Polo che immette sulla strada più trafficata della città, ovvero via dell’Osmannoro.
Una vera beffa per chi invece (la maggioranza) deve tornare verso Firenze. Per chi usa il bus o il bus+treno ci sono attese snervanti, corse saltate, ritardi ingiustificati, fermate dei bus abbandonate nel nulla senza nemmeno una pensilina a riparare dal sole o dalla pioggia, percorsi irragionevoli, assenza quasi totale di corsie preferenziali, cosiddette ‘navette’ che però passano ogni 20 minuti vanificando la parola stessa. Comunque fin qui i problemi sono limitati alle perdite di tempo (e di soldi se uno pensa a quanto costa oggi l’uso dell’auto). Però chi va in bicicletta rischia la vita e qui allora il discorso si fa leggermente diverso e la rabbia arriva a livelli inconcepibili.
C’è un’unica pista ciclabile per il Polo, ed è quella che passa dalle Cascine. Se ci si preoccupasse di finire quello che è stato iniziato, ovvero la famosa asfaltatura di via dei Giunchi (argomento del contendere col comune di Sesto), una pista protetta nel tratto prima dell’IKEA, qualche attraversamento ciclo-pedonale decorosamente segnalato per via Pistoiese e via Pratese e un po’ di cartelli ‘consentito alle bici’ nei pezzi contromano di via di S.Biagio a Petriolo, ci saremmo quasi e l’itinerario potrebbe essere definito ‘pista’ a tutti gli effetti.
Il discorso diventa molto diverso per tutti quelli che arrivano dalla parte Nord della città e che non possono essere costretti ovviamente a passare dalle Cascine. In questo caso le difficoltà si moltiplicano. Stendiamo un velo pietoso sulle piste cittadine, perché molte sono indegne di questo nome (strette, miste con i pedoni, piene di buche, segnalate male, pericolose e via di questo passo) e alcune (una per tutte quella di viale Redi) cancellate da anni. L’inferno comincia alla fine di via Perfetti Ricasoli.
Dopo l’incrocio con viale XI Agosto, il ciclista deve percorrere via delle Due Case e alla fine, per evitare di fare via Pasolini insieme alle auto e girare alla rotonda (che è già pericoloso con l’auto), infilarsi sul marciapiede, che in ogni caso il solerte ex-assessore Bosi aveva già provveduto a far diventare misto-ciclabile nel pezzo verso Sesto. O, per meglio dire, si infilava perché recentemente è stata spostata una grossa barriera di cemento e il marciapiede non si imbocca più, a meno di non fare contromano un pezzo di via del Termine. Se a questo si aggiunge che al ritorno bisogna percorrere via delle Due Case contromano (che in teoria sarebbe una strada accessibile ai soli frontisti, ma che è invece percorsa da tutti quelli che così si evitano la circonvallazione, tanto come sempre non c’e’ il minimo controllo), e che la strada è priva di illuminazione, il quadro è quasi completo.
E ci sembra deprimente, visto che basterebbe qualche cartello, un po’ di vernice e qualche lampione per rendere piacevole una percorso che ora è solo inutilmente pericoloso. Questi problemi sono stati sempre volta volta sottomessi all’attenzione dei vari responsabili, ma senza risultati concreti: impedimenti presentati come insormontabili, qualche vaga promessa, ma poi tutto si è sempre fermato lì. A questo punto ci chiediamo: la qualità della vita delle persone è molto importante, ma non è forse ancora più importante la vita stessa, quella che tutti i giorni rischiano i ciclisti del Polo? Ma a questo punto chiediamo anche che: 1) nell’immediato venga ripristinato il percorso di emergenza in fondo a via delle Due Case 2) di realizzare, una volta per tutte, il percorso ciclabile che colleghi il Polo Scientifico con Firenze Nord, come già ripetutamente chiesto. La commissione Trasporti del Polo Scientifico