"Questo è il momento del dolore per i due giovani soldati uccisi, e tuttavia è impossibile non ricordare tutti gli altri morti della nostra missione in Afghanistan. Che sono stati già troppi e ci impongono un profondo ripensamento del senso della nostra missione militare. I soldati non hanno la delega a morire per noi. Quando uno di loro muore a essere sconfitta è la politica che non ha saputo proteggere la sua vita". Così il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha voluto esprimere il suo cordoglio per la morte del sergente Massimiliano Ramadù e del caporalmaggiore Luigi Pascazio, tragedia che ha portato a 24 il numero dei soldati italiani morti in Afghanistan dall'inizio della missione.
"La guerra in questo paese – ha aggiunto Rossi - dura ormai da quasi nove anni, senza che si sia stati capaci di realizzare un vero cammino di riconciliazione e di pace per questo popolo, ostaggio di una violenza apparentemente senza fine. L'Italia può e deve avviare, assieme alla coalizione, una riflessione coraggiosa sulla strategia di uscita. Non si tratta di abbandonare questo paese, ma di abbandonare una guerra cambiando il passo della nostra politica. I nostri soldati ci chiedono questo".
Minuto di silenzio in Consiglio provinciale e comunale a Firenze Il Consiglio provinciale di Firenze ha osservato in apertura un minuto di silenzio per le vittime italiane in Afghanistan, in segno di cordoglio, di vicinanza alle famiglie e di solidarietà con le Forze armate e con i militari che sono rimasti feriti nell'attentato di questa mattina. "Nessuna vita data per la pace è sprecata", ha detto il presidente del Consiglio provinciale David Ermini.
Anche il Consiglio comunale ha osservato questo pomeriggio un minuto di silenzio in memoria dei due soldati italiani rimasti uccisi in Afghanistan. “Siamo di fronte ad un fatto grave – ha detto il presidente del Consiglio comunale Eugenio Giani - che richiede un supplemento di attenzione e un cordoglio profondo verso le vittime il sergente Massimiliano Ramadù e il caporalmaggiore Luigi Pascazio e i feriti di questa missione di pace Cristina Buonacucina e Gianfranco Scirè”.
(lb) La foto è tratta dall'album di David Axe su Flickr.