Anche questo XIX° volo umanitario organizzato dal Coordinamento Toscano Associazioni Solidarietà Saharawi si è concluso. Non posso sapere l'effetto che queste prime ore hanno avuto sui miei compagni di viaggio, ciclisti e non, e soprattutto nel loro intimo... Io mi sento sempre particolarmente frastornato ed ancora un po' assente. Queste esperienze non sono "normali". Non possono piacere o non piacere né tantomeno più o meno "divertirti"... Sono quasi esperienze "missionarie" e comunque di testimonianza, che ti entrano e ti rimangono.
Forse da certi viaggi non si torna. Che poi sarebbe anche il massimo risultato per gli stessi Saharawi: non dimenticare e non mollare mai l'impegno per la risoluzione alla loro sempre più incredibile vicenda. Vorrei ricordare i tanti "piccoli" problemi che hanno impedito lo sviluppo programmato del gruppo ciclistico e vorrei soprattutto ricordare il momento più significativo ed importante della tappa al "muro della vergogna". Ma lo farò nei prossimi giorni. Magari dando anche le prime anticipazioni sull'esito finale di questa prima edizione del Trofeo "PINOCCHIO del DESERTO".
Adesso il primo pensiero dall'Italia va ad una persona che più volte abbiamo incrociato nel nostro soggiorno, in veste politica-istituzionale come anche e soprattutto amichevole: Alien Kentaoui, Governatore della Provincia di Auserd. Grazie a lui Carla Reschia è riuscita a corrispondere con il suo giornale, come pure io stesso per un paio degli unici aggiornamenti e collegamenti telefonici che mi sono stati possibili. Ma il Signor Alien ha dimostrato soprattutto tranquillità e saggezza, qualità sicuramente indispensabili per nutrire ancora al meglio la speranza di una risoluzione pacifica e magari anche il più prossima possibile.
A lui, che in fondo ne è l'equivalente, il gagliardetto del Presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci, un simbolo di saluto e vicinanza che avevo ricevuto alla vigilia della partenza e che, scortato da ciclisti di pace e semplici testimoni di viaggio, ho avuto l'onore di portare fino in quelle terre tanto aride per natura quanto fertili per solidarietà e amore. Marco Banchelli