Sono una persona con handicap grave. Per me è molto importante nuotare in piscina. La fisioterapista dell'Asl me lo dice sempre: "Non rinunciare, non ti arrendere." Per me non andare in piscina vorrebbe dire far peggiorare moltissimo le mie condizioni fisiche, e quindi morire molto prima del necessario. Vado alla piscina comunale Paganelli, in via di Novoli, frequentata, fra l'altro, da molti bambini e da molti altri disabili. Qualche settimana fa, in una freddissima giornata d'inverno, l'acqua delle docce era quasi fredda, senza nemmeno che coloro che lavorano lì si fossero disturbati a mettere un cartello per avvisare le persone.
E mi ammalai per molti giorni. Scrissi al neo Assessore allo sport Dario Nardella e dopo pochi giorni la piscina fu chiusa per una settimana per sistemare il riscaldamento. Dunque la mia indignazione era fondata. Ma l'Assessore Nardella si guardò bene dal rispondere. Oggi, nella più gelida giornata di questo inverno, con molti bambini e disabili in costume, il riscaldamento era al minimo e la doccia appena tiepida, come una settimana fa, quando fuori erano 18 gradi.
E, "naturalmente", senza alcun avviso. Il che è molto dannoso per la salute delle persone lì presenti. Vogliono fare di quella piscina un luogo di serie C, in modo, fra l'altro, da costringere noi disabili a non andarci più? Raffaello Belli