Ogni anno viene celebrata e prevede il festeggiamento della nascita delle bambine femmine, alle neonate vengono regalate due bambole con le quali da piccole giocheranno e che poi custodiranno per tirarle fuori il successivo 3 marzo, giorno a loro dedicato. Così capita che nonna, mamma e figlia festeggino insieme, ognuna con le sue bambole tenute fino alla morte, la propria nascita. Esiste anche una festa equivalente per i bambini maschi che cade nel mese di maggio. Alle ore 19 circa è iniziata la conferenza seguita dalla dimostrazione di danza giapponese.
Un’insegnante, anch’ella autoctona, ha spiegato che esistono diversi stili di danza giapponese e che quella che le sue ballerine stavano per eseguire era la danza classica giapponese. Alla spiegazione della maestra si affiancava direttamente la dimostrazione pratica delle danzatrici. Praticata con calzini dalla pianta spessa e con il divisorio per l’alluce, indossando il kimono con l’obi (la cintura) e con le ballerine accuratamente truccate e pettinate, questa danza prevede la camminata base, considerata nella cultura nipponica molto elegante, con le ginocchia piegate e unite, la schiena dritta, i piedi appoggiati e trascinati per terra e le braccia conserte.
Nella danza classica giapponese si usano degli oggetti, riposti nelle maniche del kimono quando non sono usati durante il balletto: fazzoletti che vengono fatti sventolare o che coprono il viso, ombrellini e soprattutto ventagli, che sono i più utilizzati nelle coreografie. Queste sono stilizzate e prevedono pochi passi e movimenti ma ben curati, puliti, rifiniti ed eseguiti con precisione e lentezza. Spiega l’insegnante che la danza è anche un elemento performativo che viene inserito all’interno di spettacoli che prevedono il dialogo e rappresentazioni teatrali, in queste rappresentazioni il ventaglio viene trasfigurato in un oggetto di scena e fa da sostituto ad altri oggetti.
Per esempio se il personaggio è una cameriera, il ventaglio sarò il menù del ristorante, se è un samurai diventerà la spada con cui uccidere il nemico se scortese, se è una geisha sarà la teiera per versare il sakè e così via. Per presentarsi al pubblico gli attori e le attrici si inchinano per salutare in entrata e in uscita. Conclude la danza vera e propria eseguita sulla musica giapponese con canzoni delicate e melodiche, sulle quali le ballerine singolarmente o a gruppi di tre hanno rappresentato le stagioni: la gioia della primavera, la nostalgia autunnale e il calore estivo. Per chi aveva prenotato era pronta la cena con il Bento, il box di cibi giapponesi.
Nei prossimi appuntamenti si tratterà del cibo, della casa e del kimono giapponese. Per informazioni su date e orari consultare la pagina dedicata al “Giappone sei tu”. Silvia Languasco