C'è confusione sull'applicazione della riforma delle scuole superiori. Partirà a settembre, ma ancora i regolamenti attuativi non sono legge. I sindacati condividono così le preoccupazioni della Regione e sono d'accordo sulla scelta di limitare il danno immediato, evitando di aggiungere altra confusione alla confusione. Lo hanno ribadito oggi pomeriggio durante un incontro avuto con l'assessore regionale all'istruzione. Sulle scuole la competenza sull'organizzazione e sugli ordinamenti è del Ministero.
La programmazione spetta invece alla Regione. Ma per quest'anno la Toscana si limiterà ad applicare “in modo pedissequo”, come ha ribadito l'assessore, le tabelle di confluenza dei decreti in corso di pubblicazione. Nel merito entrerà solo dall'anno scolastico 2011-2012, attraverso un percorso di partecipazione aperto naturalmente alle scuole, ai Comuni e alle Province. Di fatto la Regione riconferma la posizione assunta qualche mese fa. Allora avrebbe preferito che il governo e la maggioranza rinviassero di un anno l'avvio della riforma: per dar tempo alla Regioni di pianificare, agli insegnanti di capire come riorganizzare il loro lavoro e la didattica e ai ragazzi e alle famiglie di scegliere a ragion veduta.
Così non è stato. Ma per non aggiungere confusione alla confusione nessun nuovo indirizzo sarà quest'anno preso in considerazione. I percorsi attivati saranno solo quelli previsti dai regolamenti ministeriali. L'attività di programmazione si limiterà alla fotografia dell'esistente e ai licei musicali, per la cui attuazione la legge prevede che venga stipulata una convenzione con conservatori o scuole parificate. Sono già arrivate richieste da Firenze, Siena e Livorno, che si aggiungerebbero agli istituti già attivi ad Arezzo e Lucca.
La Regione invierà anche una lettera al Ministero per chiedere chiarimenti sulla riforma delle liceo scientifico, vista la confusione e le diverse letture che si danno sui requisiti per attivare il nuovo indirizzo di “scienze applicate”. In particolare sarà chiesta conferma se l'opzione viene attivata in maniera automatica solo laddove sono state avviate sperimentazioni Brocca, ovvero con laboratori di chimica e fisica, informatica o economia. Preoccupazione naturalmente è stata espressa anche riguardo alla possibile perdita di posti di lavori.
La stima fatta è che, con le ore di insegnamento tagliate dalla riforma, si perdano in tutta Italia 7500 posti da insegnante e 606 (498 negli istituti tecnici e 108 nei professionali) solo In Toscana. La Regione tornerà ad incontrare giovedì 4 marzo gli assessori provinciali, dopo la prima riunione avuta sabato scorso. di Walter Fortini