Ancora un abuso nell’utilizzo dei permessi invalidi scoperto dalla Polizia Municipale di Firenze. Ieri, intorno alle 13, una pattuglia di agenti ha fermato un’auto di grossa cilindrata in via delle Oche, in piena zona pedonale. Alla richiesta della pattuglia riguardo i motivi del transito nella zona vietata, il conducente ha mostrato un contrassegno invalidi dichiarando di dover andare a prendere la nonna, titolare del permesso, a casa. La spiegazione non ha però convinto i vigili che hanno quindi effettuato gli accertamenti di rito.
Da questi controlli è emerso che la titolare del permesso non solo non aspettava il nipote, ma che in quel momento non era nemmeno a Firenze. Inoltre è risultato che le presenze in città della anziana non corrispondevano affatto ai passaggi effettuati dall’auto del nipote utilizzando il contrassegno come autorizzazione al transito. L’automobilista è stato quindi denunciato per sostituzione di persona e truffa aggravata. Per lui è scattata anche la multa per transito abusivo in zona pedonale. E il magistrato ha chiesto il rinvio a giudizio di una disabile residente a Procida Una richiesta di rinvio a giudizio per i reati di falso ideologico, truffa, abuso d'ufficio con l'errore determinato dall'altrui inganno e il tutto con l'aggravante della reiterazione e del concorso di terzi.
È questo l’esito di una indagine relativa a un presunto utilizzo abusivo di un permesso invalidi, durata quasi due anni, portata avanti dagli agenti del distaccamento di Porta Romana. Tutto è iniziato nel 2008, quando agli uffici di piazza della Calza sono arrivate per posta numerose raccomandate provenienti da Procida contenenti i ricorsi contro alcune infrazioni elevate ad un'auto: la proprietaria, residente nell'isola napoletana, si opponeva alle multe dichiarando di essere titolare di contrassegno invalidi e di relativo telepass.
Tutto regolare, quindi. Ma i vigili hanno iniziato a insospettirsi quando la donna si è presentata di persona al distaccamento depositando altri ricorsi ma per una diversa ragione: non la titolarità a transitare perché invalida con permesso e telepass ma la non corrispondenza tra la marca e la targa dell’auto fotografata dalla telecamera e quella di sua proprietà. E non è finita qui. Dopo alcuni giorni, infatti, sono arrivati altri ricorsi con una motivazione ancor diversa: ovvero che la donna, che dichiarava l'unica persona ad utilizzare quell'auto, nel giorno e nell’orario dell’infrazione era a lavoro a Sesto Fiorentino. Una situazione paradossale, quindi, che ha convinto gli agenti ad approfondire la vicenda.
Andando controllare le 45 infrazioni collezionate dalla donne, di cui alcune già archiviate dopo l’accoglimento dei ricorsi, i vigili hanno trovato tra gli originali delle decine di violazioni rilevate all’auto anche una ricevuta per lo sblocco dell'auto, dove la donna aveva firmato il rientro in possesso della vettura, dove erano ben evidenziati marca e modello. Una prova che ha confermato i dati tratti dalle foto delle porte telematiche. Inoltre la donna è risultata anche affittuaria di un piccolo appartamento nei pressi del distaccamento di porta Romana ed alcune delle infrazioni notificate erano state rilevate nei pressi dell’alloggio.
Per quanto riguarda le dichiarazioni relative alla presenza sul luogo di lavoro nei giorni e orari delle infrazioni, gli agenti sono riusciti a individuare la sede dell’attività lavorativa della giovane. Qui hanno acquisito i fogli presenza che non hanno confermato le dichiarazioni della donna: non solo non era a lavoro ma in due casi risultava assente per malattia. Tutte le notizie sono state quindi trasmesse, per competenza, alla Procura di Firenze che ha ritenuto valide le ipotesi di reato avanzate dalla Polizia Municipale tanto da emettere un decreto penale di ispezione e perquisizione nei confronti della donna per i reati di falso ideologico, truffa, abuso d'ufficio con l'errore determinato dall'altrui inganno; il tutto con l'aggravante della reiterazione e del concorso di terzi.
Decreto che non è stato possibile eseguire per l’assenza della donna sia nella residenza di Procida che nel domicilio di Firenze. La vicenda però non si è conclusa qui. All’inizio dell’anno, infatti, il magistrato ha formalizzato richiesta di rinvio a giudizio che è stata notificata all'interessata. La donna, a quel punto, ha chiesto di essere interrogata con l'assistenza del proprio legale di fiducia. L' interrogatorio, delegato alla Polizia Municipale, che si è svolto qualche giorno fa negli uffici del distaccamento di Porta Romana non ha fugato i dubbi degli agenti.
A questo punto sarà il dibattimento a fare luce sui fatti. (mf)