Prandelli carica i suoi nel modo giusto e lo si vede già nelle prime battute quando la Fiorentina mette sotto il Bayern che appare appannato ed impreparato davanti al pressing dei viola ed all'ordine tattico schierato in campo. Il primo a provarci è Marchionni, Jovetic svolge un ruolo determinante ed il centrocampo si muove agilmente, ottimi gli scambi tra Vargas Jovetic e Gilardino, manca solo la finalizzazione per coronare giocate degne di nota. Montolivo colpito duro accenna l'uscita, si prepara Donadel, ma poi il capitano stringe i denti e resta in campo. Natali impeccabile e Kroldrup preciso, Gobbi e De Silvestri tanta fatica in appoggio degli esterni molto larghi. Da parte dei gigliati non molte occasioni ma grande carattere e la bravura di mandare in tilt il meccanismo invincibile del Bayern, i bavaresi sbagliano spesso cose molto semplici e si affidano spesso al solo Ribery che ci mette il talento. Al termine del primo tempo, nel pieno recupero il primo episodio: Kroldrup copre l'uscita di Frey sull'arrivo in corsa di Ribery, il pallone è distante ed il francese tocca il difensore viola prima di rotolare a terra, l'arbitro Ovrebo non concede il vantaggio e fischia, l'azione prosegue Frey non trattiene, il pallone torna a Gomez che infila Frey, ma c'era il rigore.
Kroldrup espulso per fallo da ultimo uomo? Neanche per idea, meglio, ma la dinamica dei fatti è sconcertante. Robben contro Frey, portiere spiazzato e rete. Risultato parziale che non rende giustizia al gioco visto in campo, qualche occasione per il Bayern ma non certo all'altezza delle aspettative che davano una Fiorentina nettamente surclassata. Al 5' corner per i viola, Marchionni nel mezzo per la deviazione di Jovetic che coglie Kroldrup ancora appostato sul secondo palo, il danese al volo supera il portiere bavarese sul proprio palo ed è il pareggio. Arena ammutolita e cori viola che continuano costanti dal primo minuto di gioco ma con maggiore intensità. Vargas offre uno spettacolo unico, supera agilmente il proprio antagonista di fascia, aggirandolo, saltandolo, ed offrendo ai suoi colleghi sempre ottimi suggerimenti, come quello per Jovetic che però calcia male, a lato. La Fiorentina non molla, la reazione è da grande squadra ed il pressing resta alto.
Jovetic crea scompiglio nella retroguardia dei padroni di casa ed il centrocampo mantiene il giusto equilibrio. Dopo il pareggio la Fiorentina resta in dieci per l'espulsione di Gobbi, l'arbitro non ravvisa nulla ma rivolgendosi al guardalinee prende la decisione di estrarre il cartellino rosso ai danni del difensore viola incolpato dalla terna di aver colpito con una gomitata volontaria l'esterno del Bayern. Il colpo è duro da digerire, ed i viola accusano a questo punto il pressing dei bavaresi che occupano stabilmente la metà campo avversaria.
Prandelli sopperisce all'assenza di Gobbi levando Jovetic ed inserendo Felipe. Non tutto è perduto e l'1-1 sarebbe un risultato più che positivo in una serata del genere. A dieci minuti dalla fine l'episodio più amaro e destabilizzante dell'intero incontro. Rete del Bayern con Klose che raccoglie un suggerimento di testa, solo davanti a Frey in posizione di fuorigioco netto, colpo di testa e rete. Inutili le proteste, Vargas ammonito da Ovrebo per aver ripreso il guardalinee. Montolivo lascia il campo a cinque minuti dalla fine, dopo aver subito un fallo pericoloso a gamba tesa, sanzionato con una mera ammonizione, spazio a Donadel. Il finale è un crogiuolo di rabbia e di recriminazione, il coro allibito è unanime, dai commentatori di ogni ordine e grado fino all'ultimo addetto ai lavori, quanto accaduto mette in secondo piano l'ottima prova dei viola che hanno giocato testa a testa con una squadra nettamente favorita sulla carta. Negli spogliatoi nervi tesissimi e famiglia Della Valle che con Andrea e Diego risponde signorilmente a quanto accaduto in campo.
Stile, fair play, i viola continuano ad esportare la sportività, sperando un giorno di poter importare risultati positivi. Il ritorno sarà un'altra storia, che la Firenze calcistica spera di riscrivere presto. di Antonio Lenoci